Salvini, dietro la lavagna.


Sulla questione migranti sto con la CEI senza se e senza ma. Fossi Salvini per esempio andrei a vedere cosa accade in Eritrea (uno dei luoghi tra cui tra l’altro sta arrivando la maggior parte dei disperati) e i molti affari dei suoi colleghi di parte politica. Forse c’è qualcun altro che guadagna sulle dittature africane (l’articolo risale all’epoca in cui Berlusconi era presidente del Consiglio e la Lega era al governo).

Se qualche giornalista è interessato ad approfondire le bestialità di Salvini può leggere questo articolo scritto all’epoca del governo Berlusconi quando la Lega era al governo. Forse sappiamo di chi è la colpa per cui tanti eritrei (la maggioranza dei profughi che arrivano sulle coste italiane) stanno arrivando attraversando il deserto, gli scafisti e i campi profughi? Qualcuno vuole fare un paio di domande a Salvini?

4 pensieri riguardo “Salvini, dietro la lavagna.

  1. La Cei nasce a Firenze l’8 gennaio 1952…
    È un organismo che assume rilievo particolare nei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica…
    Suoi compiti specifici sono:
    studiare i problemi che interessano la vita della Chiesa cattolica in Italia;
    dare orientamento nel campo dottrinale e pastorale;
    mantenere i rapporti con le pubbliche autorità dello Stato italiano.
    La CEI gestisce l’otto per mille versato dagli italiani e destinato alla Chiesa cattolica.
    La CEI collabora inoltre con la Rai per la realizzazione del programma televisivo “A sua immagine” e con Mediaset per la realizzazione del programma televisivo “Le frontiere dello spirito”…

    Detto questo, cara Cristiana di nome e di fatto, credo che sottolineare che il grande male d’Italia sia sempre stato rappresentato dal cosidetto Catto-Comunismo serva solo a ribadire l’ovvio
    Due Chiese, quella Bianca e quella Rossa hanno attanagliato in una morsa la politica italiana fino a strozzarla: con le conseguenze che vediamo.
    Povera Italietta liberale! Come l’hanno ridotta i Cattolici e i Comunisti Uniti!
    Siamo sempre fermi a mezzo secolo fa: la ricerca di “Equilibri Piu’ Avanzati” e di “Convergenze Parallele” tra le due anime del Riformismo Italiano: quella social-democratica e quella democratico-cristiana.

    (Parlare di “anima social-democratica” in riferimento al Partito Comunista Italiano servo di Mosca e’ un volgare insulto alla Liberta’ e alla Democrazia, ma…. sorvoliamo.)

    Cito:

    “Che cosa significa oggi essere comunisti? – si chiedeva nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, Nanni Moretti in Palombella rossa.
    Spiegazione: dopo il tramonto delle ideologie e la nascita del Pd, la forza politica in cui sono confluite le due anime del riformismo italiano, quella social-democratica e quella democratico-cristiana, per il centrosinistra all’affannosa e sofferta ricerca di un’identità è venuto il momento di aggiornare e rilanciare quella vecchia domanda: “Che cosa significa oggi essere democratici?”.

    Risposta:

    Ragionare come Cristiana Alicata e Ivan Scalfarotto (renziani di ferro)

    Voi Katto-Komunisti ignorate il concetto di Realpolitik.

    Cos’e’ la Real Politik?

    Mi vedo costretto a spiegartelo perche’ ho l’impressione che nella tua “cultura” ci siano molte lacune: a cominciare da quella (grave) che “Ibrahim”, cioe’ “Abramo” (il vuccumpra’ senegalese di cui ci hai parlato l’altro giorno) è un nome che unisce Cristiani, Ebrei e Mussulmani.
    Dico che e’ grave perche’ una Catto-Comunista che si schiera con la CEI avrebbe dovuto sapere dai tempi del Liceo che Ebrei, Cristiani e Musulmani sono tutti “Gente del Libro” dove e’ descritta in modo “sacro”
    l’alleanza di Dio con Abramo; alleanza che ha ispirato le tre grandi religioni monoteiste: il Giudaismo, l’Islam e il Cristianesimo.

    Sorvoliamo.

    Cos’e’ la Real Politik? – chiedevo.

    Te lo spiego in Inglese:
    Real Politik is politics or diplomacy based primarily on power and on practical and material factors and considerations, rather than explicit ideological notions or moral or ethical premises.

    In parole piu’ semplici la Real Politik e’ applicare il pragmatismo cercando di migliorare le faccende del mondo partendo dagli elementi che si hanno a disposizione e cercando di influenzarli strada facendo.

    Abbracciare le Primavere Arabe (anche un cretino avrebbe potuto intuire che sarebbero state monopolizzate dai fascisti del Corano) non e’ stato un atto di Real Politik, cioe’ di Pragmatismo, ma un vero e proprio atto di Cretinismo politico/ideologico.

    Abbattere Gheddafi, anche.

    Sanzionare la Russia nella disputa con l’Ucraina, idem come sopra.

    Schierarsi con la CEI sul tema “immigrazione”, idem come sopra.
    Eccetera, eccetera eccetera….

    Sono atti di cretinismo politico-ideologico che non portano alla soluzione dei problemi.
    Il disgelo con la Cina ai tempi del grande Presidente Nixon e della “diplomazia dei piccoli passi” di Henry Kissinger fu un atto di pragmatismo politico.
    Il Murazzo di Berlino cadde quando, pragmaticamente, la grande Thatcher e il grande Reagan decisero di ascoltare le note della Pereistroika e della Glasnot incoraggiando il grande Gorbacev nella sua battaglia riformistica.

    Poi sono arrivati gli idealisti catto-comunisti e gli “obamisti”: e il mondo guazza nella “merde”.
    Je suis Charlie!

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