No. 


No, non esiste la razza italica. Siamo il popolo più bastardo del Mondo con sangue normanno, arabo, africano, bizantino, francese, austroungarico, spagnolo. Chi lo nega non sa la storia. No, non siamo stati migranti che hanno importato civiltà. Sicuramente c’era più bisogno di manodopera e malgrado questo gli italiani in america hanno importato criminalità e hanno fatto la tratta delle loro donne per indurle a prostituirle come tutti i popoli disperati che emigrano. 

No, non esiste un piano per la Grande Sostituzione ordito dal PD. 

No, non esiste legame tra migrazione e terrorismo. 

No, non esiste legame tra Ius Soli e terrorismo.

No, non esiste legame tra il colore della pelle e le malattie o il terrorismo.

No, quando la Boldrini parla di migranti come risorse non diventa colpevole per ogni atto di terrorismo. 

Vaffanculo alle vostre bufale. Andate a studiare.

13 pensieri riguardo “No. 

  1. Belle parola, qua e là “falsamente” super partes ma nobody’s perfect.

    Evitiamo le bufale, giusto. Per esempio non chiamiamo Ius Soli una legge (necessaria e doverosa) che con lo Ius Soli sappiamo benissimo che non ha niente da spartire. Aver voluto fare la ‘bella’ scelta di marketing di darle il nome “altisonante” per mostrare che si sta facendo ben più di quel che si dice (come per i matrimoni gay che poi ufficialmente matrimoni non sono, anzi ghettizzazione) è servito solo a dara il via a tutti i razzisti dello stivale per paventare invasioni di donne incinte. E a tutte le bestialità elencate sopra.

    Che poi anche questa legge, ripeto necessaria e doverosa, passi veramente non si sa ancora, e non solo per il cattivissimo Alfano.

    Come si può pensare che venga difesa a spada tratta da gente come Minniti (col suo decreto), Serracchiani (e il suo timore di migranti giovani e maschi), Prestipino (che non è razzista per carità, però chissà perché a un non razzista parlare di razza italica difficile venga in mente), Zanardi da Codigoro (vergognosa, ha in pratica istituito la tassa sulle persone per bene), Renzi (che su tutto mette la fiducia, anche su leggi poi sbugiardate dalla Corte Costituzionale, ma sui diritti civili non fa MAI la voce grossa)

    Evita il trito slogan “il PD è buono, ci sono solo delle schegge impazzite”

    No. Il PD è questo, un partito divenuto ormai di destra (per ora) moderata

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    1. Il giornale. Vabbè. Ricordiamo sempre che il Giornale non è libero e Libero non è un giornale.

      Basta questa frase “Oggi, per un cristiano di qualsiasi confessione, la separazione tra Stato e Chiesa è un dato acquisito” (se si riesce a leggerla senza scoppiare a ridere) per inficiare tutto lo scritto.

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      1. c’è qualcosa di tristemente divertente nella multiforme Maccani che tempesta sul blog di Alicata i suoi deliri razzisti, destrorsi dei peggiori, e via discorrendo per ‘disturbare’ quella che secondo lei è una comunistaccia… un triste contrappasso

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      2. Il riso abbonda sulla bocca degli stolti e degli analfabeti che non sanno leggere. Come succede a te, caro Topo-Metallo.

        Il pezzo dell’articolo va letto tutto e dice:
        “Oggi, per un cristiano di qualsiasi confessione, la separazione tra Stato e Chiesa è un dato acquisito; il riconoscimento della democrazia come spazio di rappresentanza neutro rispetto alle religioni, non è messo in discussione. Certo la fede non è solo un fatto individuale ma anche un fattore sociale; le Chiese sono e devono essere presenze vive nel pluralismo di una società libera, sopratutto perché il cristianesimo che è la radice senza la quale l’Occidente stesso non esisterebbe. Ma per un cristiano la distinzione tra Dio e Cesare è scontata.
        Chi ha fede, ha il diritto e il dovere di perseguire i valori in cui crede ma all’interno di una cornice di accettazione del pluralismo democratico. È giusto che un cattolico sia contrario all’aborto o abbia dei “valori non negoziabili” ed è giusto che si batta per poterli affermare ma nel rispetto delle regole che una democrazia impone, anche quando Stato, libertà individuale e coscienza entrano in conflitto (come nel caso recente del bimbo inglese “soppresso per motivi umanitari” secondo la visione laica). Nessun cattolico sano di mente, si sognerebbe di rimpiangere lo Stato pontificio o agognare ad un sistema teocratico o ad una legge religiosa per organizzare la società in cui vive…”

        Tu sei un “comunistaccio” fascista che se ne frega delle regole che la Democrazia impone. Sei un fascista di sinistra che vuole imporre le sue regole e chiama “fascisti” i dissenzienti, come avveniva nell’Unione fascio-Sovietica, il Paradiso dei Lavoratori che tanto piaceva, quando erano giovani e ignoranti sessantottini, ai futuri “statisti” di grande prestigio internazionale come Bersani e D’Alema i quali, 28 anni dopo la caduta del Muro, carichi di nostalgia per i “bei tempi andati”, da post-comunisti culo e camicia con i post-democristiani, sono tornati ad essere i “comunistacci” di sempre e insieme ai Rifondazionisti Comunisti vogliono fare il kulo a Renzi, il neo-democristiano che infilandosi viscidamente nel partito post-Katto/post-Komunista che si chiamava Piddì, ha fondato il suo Partito, il Partito di Renzi nel quale milita anche la cara Alicata che non e’ affatto una “comunistaccia”, ma una renziana, cioe’ una neo-catto-post-comunista che adora (come il “suo” Renzi) il vecchio Centrismo Demo-Cristiano che strizzava l’occhio a destra e a manca a seconda delle circostanze e delle scadenze elettorali. Perche’ l’importante e’ sempre rimanere, immobili, al centro, un colpo al cerchio e uno alla botte, per fare sempre politiche di compromesso che oggi nessuno piu’ digerisce, di cui non si vedono i benefici e che l’elettorato esasperato si trova costretto a bastonare. E la bastonata che sta arrivando sara’ davvero micidiale. Per i Neo-Democristiani Renziani e per i Post-Comunisti diventati i “Comunistacci” di sempre.

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  2. Prese una per una quelle proposizioni sono ovviamente condivisibili, ma si fa fatica a capire quanto siano in armonia con quello che il PD esprime : potrei citare di nuovo le cose già dette e riaffermate da Topometallo, ma mi viene in mente anche quanto ha scritto Renzi nel suo libro (!)

    “Avere rifiutato di menzionare le radici cristiane dell’Europa appare dunque un tragico errore che, in nome di un astratto principio di rispetto multiculturale, ha impedito una definizione più precisa della nostra identità. Quasi che avessimo paura a definirci per quello che siamo dal punto di vista oggettivo della cultura continentale, non certo dal punto di vista soggettivo del culto individuale”.

    Credo che la richiesta di inserire “le radici cristiane” nella Costituzione dell’Unione partisse da politici di destra e comunque spero converrà non solo sulla sua natura escludente ma anche traditrice della storia europea, tagliando di netto i secoli della cultura greca che ha insegnato al mondo a pensare e da cui nasce il nome stesso di Europa.
    Un misto di ignoranza profonda e di opportunismo.
    Poi, se qualcuno sa spiegarmi che diavolo vuol dire quel “punto di vista oggettivo (!) della cultura continentale” ..

    Sulla sindaca di Codigoro trovo interessante – tristemente interessante – quanto hanno scritto sul sito di Mario Seminerio http://phastidio.net/2017/08/15/la-sindaca-codigoro-quella-discrezionalita-ci-rende-sudditi/

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    1. L'”ignorante profondo” sei tu, Massimo.
      Nessuno ha mai voluto “tagliare di netto i secoli della cultura greca che ha insegnato al mondo a pensare e da cui nasce il nome Europa”.
      Dove hai letto queste scemenze? Sull’Unità, la Pravda italiana, o su Repubblichella 2000?

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      1. Premesso che non capisco e non accetto il tono perché si può discutere in modo comunque civile (e in questo metto anche non dare per scontata la “bibliografia” dell’interlocutore), l’ho letto innanzi tutto sui libri di scuola : l’Europa è nata, culturalmente, molti secoli prima di Cristo.

        Dante, nell’opera che costruisce un monumento alla cristianità, si fa accompagnare da Virgilio e si porta sottobraccio l’Etica di Aristotele.

        Se ha voglia e tempo, può leggere quanto scriveva Giovanni Bachelet più di dieci anni fa proprio a proposito di quel dibattito :

        Quando sento parlare di Europa cristiana, il ricordo torna inevitabilmente ad alcune scritte sui muri del mio quartiere, nei lontani anni ’70 del secolo scorso: Civiltà Cristiana, Europa Civiltà. Gli autori di quelle scritte non erano, però, fans della Chiesa e dei vescovi. Vicino scrivevano infatti Paolo VI traditore e Poletti Superstar; le scritte erano accompagnate da grandi croci, a volte uncinate. Erano gli anni del film Jesus Christ Superstar; Poletti, allora Cardinal Vicario, aveva promosso un grande convegno sui mali di Roma; Paolo VI era ai ferri corti con Monsignor Lefebvre, che rifiutava di obbedire ai decreti del Concilio. La reazione tradizionalista conteneva anche elementi che a me adolescente parevano più comici che seri: c’era ad esempio un noto provocatore che una volta si piazzo vicino al celebrante, e, al momento buono, per contestare l’allora nuovissimo segno della pace, gli diede uno spintone. Perché tanta ostilità, e che cosa centravano l’Europa e la civiltà ? Il fatto che la Chiesa, dall’uso delle lingue e tradizioni nazionali nella liturgia, fino alla propria posizione nel mondo contemporaneo, riscopriva il significato profondo della propria cattolicità, della propria universalità, e proponeva a chiare lettere il superamento di una visione eurocentrica, la fine dell’identificazione del cristianesimo con una particolare cultura e civiltà. Come, senza idolatrare la lingua ebraica, la Chiesa dell’era apostolica aveva subito parlato latino e greco, gettando semi fecondissimi, facendo lievitare gli elementi positivi delle rispettive civiltà e liberandole da quelli negativi (come la schiavitù), cosi la Chiesa doveva continuare a farlo adesso, con tutti i popoli del mondo, rispettando, comprendendo, valorizzando, lievitando, liberando ogni civiltà e ogni cultura.

        Per avere un’idea di quanto chiare fossero le nuove disposizioni, lascio la parola al n. 37 della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra Liturgia, la prima approvata da Paolo VI e dal Concilio, a fine 1963:

        La Chiesa, quando non è in questione la fede o il bene comune generale, non intende imporre, neppure nella Liturgia, una rigida uniformità, anzi rispetta e favorisce le qualità e le doti d’animo delle varie razze e dei vari popoli. Tutto ciò poi che nei costumi dei popoli non è indissolubilmente legato a superstizioni o ad errori, essa lo considera con benevolenza e, se possibile, lo conserva inalterato, e a volte lo ammette perfino nella Liturgia, purché possa armonizzarsi con il vero e autentico spirito liturgico.

        Sempre per farsi un’idea, leggo ora una parte del n. 54 della Costituzione Gaudium et Spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, significativamente intitolato Nuovi stili di vita:

        la cultura odierna è caratterizzata da alcune note distintive: le scienze dette esatte affinano al massimo il senso critico; i più recenti studi di psicologia spiegano in profondità l’attività umana; le scienze storiche spingono fortemente a considerare le cose sotto l’aspetto della loro mutabilità ed evoluzione; i modi di vivere ed i costumi diventano sempre più uniformi; l’industrializzazione, l’urbanesimo e le altre cause che favoriscono la vita collettiva creano nuove forme di cultura (cultura di massa), da cui nascono nuovi modi di pensare, di agire, di impiegare il tempo libero; lo sviluppo dei rapporti fra le varie nazioni e le classi sociali rivela più ampiamente a tutti e a ciascuno i tesori delle diverse forme di cultura, e cos poco a poco si prepara una forma di cultura umana più universale, la quale tanto più promuove ed esprime l’unità del genere umano, quanto meglio rispetta le particolarità delle diverse culture.

        È il caso di dire che a volte si è più realisti del re.

        È necessario dire che non troverà Bachelet negli archivi della Pravda ?

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        1. Caro Don Massimo,
          Lei parla come un prete divinamente ispirato dal prete che oggi siede sul trono di San Pietro: il Papa internazional-proletario-francescano che, come un’altro Papa Filosofo di nome Karl, i proletari li voleva tutti uniti in un grande abbraccio universale: “per costruire un mondo migliore”; un mondo piugggiusto e piuddemocrattico dove tutti gli esseri viventi (fatta eccezione, per qualcuno, dei maiali che sono oggettivamente impuri) hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge di Dio senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (ri-fatta eccezione – per lo stesso “qualcuno” di cui sopra – degli Infedeli che, alla pari dei maiali, sono oggettivamente impuri e che agli occhi di un Dio “diverso” vanno visti sotto una diversa angolazione).
          Io ho una visione piu’ pragmatica e meno filosofico-religiosa della natura umana e mi affido alle riflessioni di uno che parla come mangia per rispondere al suo commento.

          http://blog.ilgiornale.it/spirli/2017/08/23/signor-bergoglio-taccia-per-favore/

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  3. Chiuderei qui questa discussione.
    Lei ha un bisogno per me incomprensibile di mettere etichette sulle persone : adesso mi dà del prete perché Le ho riportato brani di encicliche in cui la Chiesa – finalmente – cominciava ad aprirsi al mondo e a riconoscere la pluralità uscendo dall’epoca delle scomuniche.
    Penso che quelle encicliche – come le due di Giovanni XXIII – furono lette più dai laici che dai cattolici.
    Se vuole vederne un aspetto “più pragmatico e meno filosofico-religioso” si stava chiudendo l’epoca in cui in certe situazioni a un operaio veniva chiesto il benestare del parroco per avere lavoro.
    Cosa che, spero, non siano in molti a rimpiangere.

    Mi pare di capire che a irritarLa sia stata la mia affermazione sull’assurdità di voler porre le “radici cristiane” nella Costituzione europea : è bizzarro che si discuta – giustamente – di come nell’Islam non è avvenuto il passaggio che ha permesso all’Europa la separazione dello Stato dalla Chiesa, del laico e del religioso e poi a qualche genio viene in mente di annullare quel passaggio che è stavo faticosissimo da compiere e che è costato anche vite umane.
    Praticamente buttiamo via il secolo dei Lumi, su cui credo si fondi un bel pezzo della cultura europea moderna e la distingue da gran parte del resto del mondo.
    Per fortuna, a quella balorda idea si opposero Stati che hanno fatto della laicità un carattere fondante della loro vita sociale (Francia in primis).

    Se pensa che tutto questo abbia pochi risvolti “pragmatici” non so cosa dirLe.

    Quanto a papa Bergoglio sono stato molto contento quando, da poco eletto, ha dichiarato che non si sarebbe occupato delle vicende politiche italiane.
    Fosse stato detto qualche secolo fa, avremmo forse qualche meraviglioso affresco in meno e una storia più civile.
    In tutti i sensi.

    Ribadisco : chiudiamo qui una discussione che mi pare sterile.

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  4. Non sono particolarmente interessato alla politica del Vaticano : mi piacerebbe loro (il Papa, la Curia) fossero meno interessati alla politica italiana come lo sono verso altri Stati che hanno posto dei limiti ben definiti a ogni ingerenza. E il periodo conciliare e quello subito successivo furono significativi in questo senso (per inciso : Libero e il Giornale allora non esistevano ma la stampa di destra usava verso Giovanni XXIII più o meno gli stessi toni che ora vengono rivolti a Bergoglio).

    Però, come direbbe Petrolini, “nun ce l’ho co’ te : ce l’ho co’ quello che te sta vicino e che nun te butta de sotto” : trovo inaccettabile l’atteggiamento di moltissimi politici italiani che per convinzioni religiose o per pura convenienza si mostrano totalmente proni alle pretese curiali. Se trova qualche immagine del presidente Gronchi che si inginocchia davanti a Pio XII credo sia difficile non sentirsi umiliati come Paese da un presidente che non realizza che è lì come rappresentante della nazione e non come uomo di fede (Baldovino del Belgio che non se la sentiva di firmare la legge sull’aborto si sospese per qualche ora per farla firmare a qualcun altro .. De Gasperi seppe dire no alle richieste assurde di Pio XII ..).

    La destra che si è inventata la categoria-ossimoro degli “atei devoti” con profondo sprezzo del ridicolo mostra quanto siamo lontani da una reale accettazione della laicità dello Stato che pare interessare a pochi. E quanto questo ci rende deboli di fronte alle ingerenze curiali come si vede sui temi dei diritti civili ma anche in relazione alla fiscalità.

    Per questo trovo gravissima – di là eravamo partiti – la cosa detta da Renzi sulle “radici cristiane” dell’Europa : ne evidenzia la pochezza culturale e ne ridimensiona (se mai ce l’ha avuta) la figura di statista.
    Quello è opportunismo di bassissima “Lega”. Sicuramente dettato dalla furbizia che però è cosa diversa dall’intelligenza che guarda più lontano e più a fondo : quel dibattito è chiuso e riproporlo ci farebbe fare una magra figura.

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