“A me che me ne viene?” appunti per un manifesto per l’Italia.


I fatti che di recente hanno coinvolto politici di alto livello su lavoro nero (ma penso anche a quando si è insediato Fico e alla persona che li “aiutava” in famiglia) invece che trovarci a tifare per le manette da una parte o dall’altra dovrebbe farci riflettere e molto. Che in Italia il “nero” sia pratica diffusa anche tra le persone che si considerano “oneste” deve farci fare una riflessione seria su come farlo emergere. Noi abbiamo una signora che viene una volta alla settimana che abbiamo “assunto” e a cui paghiamo contributi, tredicesima e ovviamente le ferie. Idem mia madre che ha bisogno di assistenza continua e la cui badante abbiamo assunto con il contratto scaricato dal sito della CGIL e abbiamo compilato con lei nelle parti da concordare (riposo, ferie, ecc). Per info collettiva: esistono delle meravigliose tabelle concordate coi sindacati che tutelano il lavoratore MA anche il datore di lavoro!
Ma tutti sappiamo quanto a volte anche un datore di lavoro “domestico” fa fatica a regolarizzare il collaboratore domestico perché “ho già abbastanza contributi”, “preferisco così perché se no mio marito perde disoccupazione” e via discorrendo. Il lavoro domestico e le figure delle badanti sono ormai una professione diffusissima e se è vero che al centro e al nord sono mestieri di “stranieri”, al sud sono mestieri ancora di “italiani”. Come mai nessun giornalista fa un’inchiesta su questi temi? Andate su subito.it a vedere quanta domanda e offerta di lavoro c’è su questo tema con tariffe da fame. E quando leggo queste notizie , mi sento male perché capisco che questo governo tra quota 100, reddito di cittadinanza e cancellazione di norme che tendono all’emersione sta accarezzando la pancia più malata del paese…ma attenzione: quella pancia è molto diffusa. Non è popolo contro élite qui…questo fenomeno è quasi genetico in questo paese tanto che ogni volta che discuti con un professionista sul tema “fattura” ti senti un cretino e a volte ti dici: ma chi me lo fa fare di farmi fare la fattura e di pagare di più? Cosa me ne viene. Ecco…cosa ve ne viene. Stiamo discutendo dell’autonomia regionale. In Sicilia se il lavoro nero emergesse farebbe entrare soldi nelle casse dello stato. Quello stato che dovrebbe garantire la sanità allo stesso livello di quella del Veneto (e non lo è, fidatevi, manco lontanamente e le ho provate entrambe). E direte voi: ma se pago le tasse i politici, i miei soldi, se li rubano. Non mi tornano. E qui veniamo al dunque. Qualsiasi contratto tra un partito e il paese non potrà mai più prescindere da un rapporto di fiducia reciproca: paga le tasse, pagale tutte così ne pagherei di meno e io ti toglierò i bonus, ma ti darò asili, ed ospedali, e scuole, e servizi per gli anziani, e analisi diagnostiche fatte bene e pagate dal sistema sanitario nazionale. Questo è l’unico manifesto politico che può riportare a votare il 50% che non sta andando a votare. Il vero partito di massa del Paese, quelli che non ci credono più. E, verrebbe da dire, come dargli torto, visto che si parla di tutto, tranne che di questo. Buona serata.

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