I diritti dei gay a colpi di diritto


Dobbiamo rassegnarci. Con questa classe politica e con un movimento LGBT frammentato in mille rivoli, gli unici risultati arrivano dalle sentenze della Cassazione, della Corte Costituzionale e dal parlamento europeo.

E’ un fallimento tutto politico, ma abbiamo di che essere contenti oggi. Per assurdo quello che accade e’ che il nostro codice, l’ispirazione naturale del nostro diritto va nella giusta direzione e quando si trova a confrontarsi con la realta’ non delude le aspettative legittime.

La sentenza di oggi dice che due gay sposati in Olanda non possono registrare il loro matrimonio ma hanno diritto ad essere equiparati a due coniugi. Niente di meno niente di più. Sostanzialmente se tutti noi andiamo a sposarci fuori dalla nostra cara e maledetta nazione abbarbicata al medioevo clericale, abbiamo automaticamente gli stessi diritti dei coniugi regolarmente sposati.

Insomma rasi al suolo anni di inutili chiacchiere grazie all’azione di una sola coppia e dei loro avvocati.

La tragicommedia e’ che l’Italia non ricordera’ alcun politico per ringraziarlo dei diritti ottenuti, ma solo i numeri di una serie di sentenze. E io, da politica, me ne rattristo fortemente.

27 pensieri riguardo “I diritti dei gay a colpi di diritto

  1. Politici non pervenuti.
    Movimento GLBT: A parte la lodevolissima eccezione costituita dalla Rete Lenford, tipico attivismo silenzioso del fare, gli altri sono in generale un indistinto gruppone di persone che si occupano di sfilate, serate in discoteca all’insegna della sessuomania, saune e cruising (anni ’80 forever), e fenomenologia di Lorella Cuccarini. Da brave dive, manco a dirlo, si accapigliano tra loro per ogni virgola sui loro orrendi striscioni (tanto per smentire la balla che i gay hanno geneticamente talento artistico).

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  2. Questo blog é una meraviglia.

    Lei inneggia (per sentito dire) al Labour inglese al tempo stesso in cui scrive un post (per difendere una che é contro il matrimonio gay) usando argomenti che sono l’antitesi del metodo inglese di participazione politica.

    Attacca i verdi -rei di volere esistere- e proclama che vedrebbe bene Sel come una corrente del Pidddì.

    Ora scrive un post sulla sentenza di ieri.

    Una domanda: Perché in Italia non si possono riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero da cittadini italiani?

    Lo sa lei a CHI lo dobbiamo?

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    1. Mai difeso la Bindi su questi argomenti, legga meglio. Sollevo un punto politico che cerca di superare l’idizia tutta italiana che cerca sempre un bersaglio a cui sparare e non si accorge del resto.

      I verdi non sono rei di voler esistere. Trovo assurdo che lo dicano (loro, proprio loro ecologisti) con montagne di carta abusiva imbrattando roma e alinmentando il pessimo giro economico che vi sta dietro. Non lo trovo etico e nemmeno ecologico.

      La colpa di chi e’? Di una politica schiava del consenso e attaccata alla chiesa come un infante alle gonne della mamma.

      Se va a leggere indietro negli anni su questo blog trovera’ molte altre cose sul tema.

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  3. Oh, please, c’on!

    Lascio stare la sua critica dei critici della bindi e le sue critiche ai poveri verdi rei di avere imbrattato roma coi loro uvvendi manifesti.

    Concentriamoci sul punto della norma che regola il riconoscimento delle unioni:

    qual’é la norma?

    chi l’ha approvata?

    quale partito sosteneva il governo che l’ha approvata?

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  4. C’on, dear, si rilassi, non si innervosisca.

    Lei si dice politica: se si presentasse alla preselezione, per ottenere l’investitura come candidato di un partito in UK le assicuro che il “grilling” sarebbe molto ma molto più feroce.

    Come politica deve essere pronta a che i cittadini le facciano delle domande, no?

    Non siamo in una democrazia?

    O devo solo ascoltare e applaudire?

    Le ho fatto, con impeccabile cortesia e senza aggressività alcuna, 3 domande semplici semplici.

    Se sa la risposta la dica.

    Se non la sa lo ammetta.

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    1. Sbagliato. Io lavoro come lei e quindi siamo due cittadini normali che dibattono. Le ripeto che le sue domande non sono chiare. Le riformula provo a risponderle. Nel mio mondo ideale elettori o cittadini hanno pari dignita’, quindi lei non e’ esente dal sentirsi dire che non e’ chiaro nel dibattito.

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  5. 1) “E io, da politica, me ne rattristo fortemente” (veda sopra nel suo post)

    2) Le rimetto le domande:
    Concentriamoci sul punto della norma che regola il riconoscimento delle unioni:

    qual’é la norma?

    chi l’ha approvata?

    quale partito sosteneva il governo che l’ha approvata?

    le ho fatto 3 domande alle quali lei non ha risposto.

    Il resto é, per tirare fuori il latinetto, flatus vocis e, in tutta sincerità, la strategia argumentativa più “lame” che ho visto da tempo.

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  6. Cristiana, non è così semplice, perchè:

    1. non è banale sposarsi all’estero, spesso per farlo bisogna almeno essere residenti lì

    2. la cassazione dice che una coppia omosessuale ha gli stessi diritti di una coppia etero ma purtroppo questo non trova riscontro nelle leggi attuali, quindi se tu vuoi far valere un diritto che viene riconosciuto alle coppie etero ma che ora la legge non ti riconosce puoi ricorrere alla legge e, se sei fortunato/a, alla fine la legge ti darà ragione (e ricorda che le sentenze della cassazione in Italia non fanno giurisprudenza, quindi non hai nenanche questa certezza)

    3. vorrei prima o poi capire qual è la attuale posizione ufficiale del PD, quella che TUTTI i parlamentari del PD, se andassero al governo, sarebbero impegnati a sostenere e difendere (vabbè, questa è una battuta, lo so)

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  7. Riporto una agenzia che ha sorpreso anche me:

    ”La sentenza della Cassazione e’ nel solco della Costituzione e di una recente sentenza della Corte Costituzionale. Il nostro Paese deve entrare in Europa sia riconoscendo i diritti e i doveri delle persone, comprese quelle omosessuali, che convivono in coppie di fatto; sia con una politica per la famiglia fondata sul matrimonio che la destra, al di la’ dei proclami ideologici, ha sempre ignorato”. Lo afferma la presidente dell’Assemblea del Pd, Rosy Bindi.

    ”Il Parlamento dovra’ intervenire per colmare il vuoto legislativo e il Pd fara’ la sua parte per far uscire dalla clandestinita’ e dalla minorita’ giuridica tanti cittadini”, conclude Bindi.

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    1. Rispondo io alle domande che almento Cristiana non perde tempo a lavorare e cosi poi puo fare piu’ politica.
      Il riconoscimento del matrimonio contratto all’estero e´ normato dal DPR 396 del 3 Novembre 2000…alle altre domande e´faciel rispondere….

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  8. Velocissimo:

    @cristiana alicata: la ringrazio per avere per avere lasciato un commento al mio post ma le assicuro che io e lei non siamo d’accordo su nulla.

    @simone: Sbagliato. Non é regolato dal DPR cui lei fa riferimento (anche se, politicamente, non cambierebbe nulla. Gli “autori” del “misfatto” sarebbero gli stessi).

    Adeu

    Ps:
    Il comunicato della signora bindi é orripilante. In Spagna solo l’ala destra del PP farebbe comunicati del genere.

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    1. Il comunicato della Bindi e’ orripilante nel Paese che io e lei desideriamo. Ovvio.

      Le ripeto, forse non mi conosce, mi stupisce essere trattata come se fossi un suo nemico. e dire che io e lei non siamo d’accordo su nulla quando io dico di essere d’accordo con lei manifesta solo malafede. Forse ha scambiato questo blog per il blog di qualcun altro. Magari gli dia una letta, mi conosca meglio e come fanno tutti qui da anni, ricominciamo a dialogare. Saluti.

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  9. @Stefano: Dovrei entrare in una discussione lunghissima (non solo sul DPR etc.. ma anche sulla stampa italica ) e adesso non ho tempo.

    Risposta brevissima per tagliare la testa al (povero) toro: In italia il (mancato) riconoscimento delle unioni é regolato da una circolare (emanata da un ministro dell’interno di “sinistra” di un governo di “sinistra” sostenuto dal PD) che utilizza come base una intepretazione errata e discriminatoria del concetto di ordine pubblico interno ( e veniamo al suo caro DPR), non applicabile in nessun caso al Diritto di famiglia.

    Quello che é necessario (e che il PD non farebbe mai) é il ritiro della Circolare.

    @Alicata: Ignorerò il “malafede”. Come direbbero gli anglofoni: I’ll put it down to youthful exuberance (e visto che, credo, abbiamo più o meno la stessa età il “youthful” vale anche per me. Il che non guasta)

    La “conosco”, l’ho letta e le ripeto quanto detto.

    devo andarmene.

    Ringrazio per lo scambio e vi auguro, in assoluta buona fede, una piacevole serata.

    Alla prossima

    Adeu.

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      1. Oh, please.

        Ho letto ora questo e non posso esimermi dal rispondere:

        le ho fatto 3 domande e non ha saputo rispondere

        Scrive post e quando io le parlo delle norme che reggono l’oggetto del suo post …cade dalle nuvole

        Si dichiara politica e poi se lo scorda

        E ora pensa di cogliermi in fallo perché nel 2007 il PD non esisteva, well duh!!

        Io davo un giudizio politico e ai fini di quel giudizio politico il suo partito esisteva, sia pur sotto un altro nome.

        Sono anni che si chiede il ritiro della circolare. Non da ora. Anni

        Il PD esisteva nel 2007 alright.

        Alcuni potrebbero pensare, forse, che la vera tragedia é che continua a esistere nel 2012.

        Buona giornata.

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        1. Buona giornata anche a te. Quando decidi di farmi capire esattamente cosa vuoi sapere da me, ripassa.
          Andiamo al sodo e smettiamo con gli indovinelli, i tranelli verbali e i sofismi da tastiera.

          Fammi delle domande serie che servano alle persone e non al tuo ego.

          Have a good time.

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        2. ???? Io da lei non voglio proprio nulla

          Mi é parso semplicemente doveroso ricordare perché e per colpa di chi migliaia di coppie gay italiane non hanno potuto vedere riconosciuta la loro unione in Italia e hanno dovuto lanciarsi in costose, lunghe, farraginose e a tratti disperanti battaglie legali per vedere riconosciuti i loro diritti in questo paese.

          Le ho fatto una domanda retorica pensado, sinceramente, che lei mi rispondesse denunciando l’operato del governo prodi e invece lei ha risposto come ha risposto ed é iniziato il (fin troppo lungo) dialogo che qui si conclude.

          Buona sera.

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        3. Guardi se lei vuole continuare a discutere di cosa è successo durante quel governo come ho già tentato di spiegarle (e come troverà scritto sul mio blog in quegli anni e in quelli a venire) siamo d’accordo. Vogliamo parlare di Prodi?

          Mi perdoni ma preferisco discutere del 2013. I Dico per me sono preistoria. Ora pensiamo a come portare a casa il matrimonio. Saluti.

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        4. Io non voglio affatto continuare a discutere .

          La mia risposta precedente era una risposta a un suo commento di questa mattina in cui mi chiedeva che cosa io volessi da lei. Io mi sono limitato a risponderle. Punto.

          Sul Matrimonio: oh, please.

          Il suo partito se propone qualcosa al massimo proporrà un contratto notarile di comunione dei beni che non serve a Nulla e lo chiamerà “Unione Civile”

          Poi si scateneranno i Preti e alla fine non si approverà Nulla.

          come l’ultima volta.

          Poi perderete le elezioni e ripartirà il ciclo.

          Questo dialogo si chiude qui. Ricambio i saluti.

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        5. Cristiana, francamente non so se essere dispiaciuto o contento per la tua ingenuità. I DICO saranno anche la preistoria, ma non mi pare che il PD , TUTTO il PD come Partito, abbia intezione di spendersi, non dico per il matrimonio, ma per qualcosa che almeno lontanamente vi ci assomigli.

          Tra qualche anno si dirà: ricordi, una volta eravamo perfino ad un passo dall’approvare i DICO, invece ora …

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  10. il parlamento, Cristiana, se si è fortunati interverrà proponendo una versione edulcorata dei dico che erano una versione molto edulcorata dei pacs che erano una versione edulcorata delle unioni civili. E il PD farà festa. Forse

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