Buongiorno, Sinistra!


Da giorni mi chiedo perché un mio collega che non ha mai votato a sinistra – figuriamoci alle altre primarie – oggi vuole venire a votare Renzi alle primarie.

Lui non ha mai votato a sinistra, ma non è di destra.

Insomma in Italia c’è un pezzo di Paese che – negli anni – ha votato a destra non perché era di destra, ma non ha votato a sinistra perché non ha mai ritenuto credibile quella parte politica.

Berlusconi ha usato quel pregiudizio a suo favore, l’ha sempre usato, sintetizzandolo nel pericolo comunista delle tasse, dello statalismo, della burocrazia, della tristezza. Ma non era solo questo.

C’è un’altra questione che la campagna di Renzi sta insegnando a tutti noi “gente di sinistra”, noi che non abbiamo mai tentennato, che dal 1994 non abbiamo mai avuto nessun dubbio.

C’è il fatto che noi ci siamo sempre sentiti superiori e diversi, insomma migliori. Quelli impegnati, quelli pronti al sacrificio, quelli seri, quelli responsabili. E nel tempo abbiamo compiuto una discriminazione che ci consentiva di sentirci il meglio del Paese e nel frattempo buttavamo tra le braccia di Berlusconi la parte restante del Paese e più quest’ultima si allontanava più davamo la colpa alla televisione, all’ignoranza, ad una sorta di alienazione, determinando quindi un recinto intorno a noi: chi era fuori era cretino. Era manovrabile. Non si rendeva conto. Era peggiore di noi.

Per questo non siamo mai stati credibili per quella parte del Paese. Perché l’abbiamo denigrata.

E’ stata un’operazione involontaria, forse figlia di una classe dirigente che nella vita ha fatto della politica una professione e quindi non ha vissuto l’evoluzione del mondo  del lavoro, non si è accorta del superamento della lotta di classe come dualismo perfetto.  E questo vale anche  per i giovanissimi che finiscono nel tritacarne di partito senza mai passare per un lavoro vero. Purtroppo l’essere vecchi non è una categoria anagrafica, ma una categoria legata ai metodi di indagine del mondo: se già da giovane ti chiudi nel pensiero unico dentro un sistema che non ti consente dubbi, sei già vecchio, vecchissimo. La lotta di classe non è morta. Si è solo trasformata in una dialettica molto più complessa in cui il figlio dell’operaio fa l’impiegato o magari si è laureato e ha cambiato classe sociale in quell’ascensore sociale tipico delle società occidentali negli ultimi 40 anni. Non sto dicendo che chi era povero oggi è ricco, attenzione. Sono rarissimi i veri salti sociali ed anzi molti figli della media borghesia oggi sono precari e impoveriti.

Un partito fatto di vecchi e giovani professionisti della politica ha vissuto di feticci ereditati in un’altra era. Dell’operaio della grande industria che lavora nella linea fordista e non dell’operaio della fabbrichetta con meno di 15 dipendenti con i polsi distrutti dal tunnel carpale, senza sicurezza, schiavizzato e umiliato e sotto continuo ricatto in mancanza di qualsiasi tipo di concertazione.

Esiste solo un operaio per questa sinistra: quello Fiat. Egli viene assurto a simbolo oggi come negli anni settanta. Ed anche qui: attenzione. Non sto dicendo che fare l’operaio in Fiat è bello e altrove no.

Poi c’è lo statale che una volta lo piazzavi per controllare il governo della cosa pubblica (e aveva almeno un senso visionario sanamente socialista) ora ce lo piazzi per avere in cambio voti. Ma il vero statale, quello alienato allo sportello, quello innamorato del suo lavoro, quello che meriterebbe di fare carriera  viene umiliato dall’egualitarismo o dalla raccomandazione. Guardate cosa abbiamo fatto: abbiamo umiliato i lavoratori pubblici, rendendoli uguali ai bassi livelli oppure distorcendo la macchina statale dandola in mano a manager strapagati e raccomandati e rendendola inetta, inefficace e preda degli speculatori.

Quel partito fatto così riconosce le maestranze della cultura, dell’università, della ricerca perché in qualche modo gli sono utili alla sopravvivenza. Ma quella roba lì non ha conferito in questi anni la dignità ad un larghissimo pezzo del Paese.

Ecco cosa è successo. E’ successo che il mio collega fa un lavoro che non è sufficientemente degno. E’ un quadro aziendale. Non è un lavoro romanticamente ignobile e nemmeno un lavoro intellettuale. La classe media per la sinistra è un melting pot di paraculi, di gente che ha rinunciato ad inseguire il suo sogno di gioventù (magari creativo). E’ il perdente, il traditore. Non è un caso che ci siano pochissimi lavoratori nel settore privato nella dirigenza apicale dei partiti di centro sinistra. E nel 2012 chi si è laureato e lavora nel privato è considerato buono per le destre. Non ci siamo accorti che magari sono i figli degli operai. O della borghesia illuminata degli anni settanta che tanto piaceva alla sinistra e che non necessariamente hanno seguito le orme dei padri o magari quelle orme non erano perseguibili.

C’è un’intera generazione di diseredati politici. Quelli che si accontentano di accendere un mutuo, di comprare una macchina, andare in vacanza. Quelli che a noi ci fanno schifo perché non sono impegnati secondo il nostro metro di giudizio.

La verità è che non abbiamo conferito alcuna dignità alla semplicità dell’esistenza, la verità è che noi guardiamo con terrore a quel prototipo. Perché pensiamo che un operaio, se solo potesse, farebbe altro e quindi è un lavoratore da salvare dal sistema. Invece pensiamo che l’agente commerciale, il negoziante, il commerciante, il piccolo imprenditore abbia deliberatamente scelto di fare quel mestiere. E quindi ha una colpa: essere il sistema, incarnarlo. Abbiamo privato quella dimensione di emozioni e affetti. Non l’abbiamo considerata degna di poter contenere dentro di se i germi sani del futuro. E quindi l’abbiamo espulsa, epurata dal nostro bel immaginario fatto di cultura, di intellettuali e di operai.

E ora che uno del PD riesce a parlare con quella gente senza farla sentire reietta noi ci incazziamo? Sì, è vero. Lo faceva anche Berlusconi di parlare con alcuni di loro. Buongiorno sinistra! C’è un pezzo di Paese che vota chi lo considera. La diversità sta nel messaggio non nel modo di comunicare con quella parte di Paese.

Io non penso affatto che la sinistra moderna passi per la resa al governo delle banche e della finanza. Non penso che dobbiamo arrenderci al consumismo, ad andare in macchina anche per andare dal tabaccaio di quartiere. A non leggere più libri sulla carta. Ad inquinare perennemente. E nemmeno che dobbiamo arrenderci allo smantellamento della cosa pubblica perché non riusciamo a farla funzionare (anche perché l’abbiamo umiliata lottizzandola di gente incapace, ma fedele e diciamocelo!)

Penso piuttosto che la sinistra moderna debba passare per un sguardo diverso, quello sguardo da cui si è sentito colpito il mio collega. Uno sguardo, quello che dobbiamo acquisire, che conferisca dignità a tutta la società, che comprenda che a volte uno fa l’impiegato o l’agente di commercio o la cassiera per campare mogli e figli (o viceversa) e magari nei fine-settimana invece di andare in un circolo del PD, porta i figli al parco, e magari sì…anche in un centro commerciale per passarci un po’ di tempo e non solo perché si sia arreso a sognare un mondo migliore. Magari il mondo migliore si può costruirlo tutti insieme, ognuno come può e secondo le sue possibilità, senza pretendere alcuna supremazia intellettuale. Noi non dobbiamo imporre una visione del mondo, dobbiamo portare la maggioranza del Paese a riconoscersi in un Paese migliore  e a partecipare alla sua costruzione: innescare un senso di collettivo è una cosa profondamente di sinistra ed è ciò che serve davvero per ripartire. La redistribuzione delle responsabilità è una missione di sinistra ed è la base (anche) per una redistribuzione della ricchezza.

Se pensiamo che più della metà del Paese sia cretino, asservito alla TV e inconsapevole della propria deriva cultura vuol dire che sotto sotto sogniamo una dittatura che imponga a tutti un modello di vita, quello da noi considerato migliore.

E forse è venuto il momento di farsi un paio di domande su cosa sia una democrazia matura perché forse, noi a sinistra, non lo sappiamo fino in fondo.

Buongiorno, sinistra. Svegliati.

p.s. ah, tutto questo rimane vero comunque, anche se domani dovessimo scoprire che Renzi è l’anticristo mandato da Satana per distruggere il mondo. I compagni (me inclusa) ci riflettano bene.

76 pensieri riguardo “Buongiorno, Sinistra!

    1. “Quando uno ti spiega che destra e sinistra non esistono più, lo fa perché in cuor suo è di destra e deve giustificarselo.”
      Da una foto su FB, che ho trovato poetica 😉
      Meno poeticamente: chi ha sostenuto Marchionne DEVE chiedere scusa.

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        1. Vendola non è di destra nei metodi, Renzi sì.
          La sua rottamazione è la versione moderna delle picconate di Kossiga, ed è in stile con i “bonzi” del “68.
          Ripeto: chi ha sostenuto Marchionne DEVE chiedere scusa, ed aggiungo: è di destra.

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      1. Renzi era col MarChionne che prometteva miliardi di investimenti. Non col MarPionne che li ha, poi, negati. Nasce in questo 2° tempo la reazione del Matteo.
        Sei disinformato…

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  1. Del senno di poi… è pieno Facebook… Si vede che chi ha scritto tutto (ma proprio tutto) questo era sulle nuvole e non voleva che qualcuno le fermasse… Sicuramente non ha mai provato ad essere, in piedi, accanto ad un bancone con la lima in mano… per anni…

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  2. Da tanto tempo non leggevo o ascoltavo qualcosa di politico, una visione a cui dare spazio e ossigeno dentro di me.

    Il post di Cristiana Licata, con la sua denuncia senza filtri del superomismo intellettuale di sinistra, dell’approccio antropologico giudicante che postula un’umanità migliore – intellettuali, dirigenti di sinistra e operai, secondo un’idea astratta e di convenienza dell’operaio – in contrapposizione a un’umanità caprona, ignorante e consumista, questo post dicevo, è la prima cosa intelligente davvero, cristallina, coraggiosa, e rispettosa dell’umanità, che una persona di sinistra abbia espresso pubblicamente da anni a questa parte.

    Sono grata a tutti coloro che hanno il coraggio di smascherare le ombre della cultura da cui provengono. Una sinistra che pensa in questo modo, libera da pregiudizi talebani, libera da sguardi sprezzanti rispetto a chi non è del branco, libera da bullismo culturale, io la voto volentieri.

    Aggiungo che anche la qualità della scrittura, il tempo che una persona dedica al rendersi comprensibile, accessibile e trasparente, è un atteggiamento formale che esprime rispetto per il lettore, inteso come persona, non come entità astratta.

    Il Licata-linguaggio è un altro aspetto che sento profondamente mio, convinta, anzi certa, che la forma è contenuto, e che spesso l’abito fa il monaco, a dispetto del proverbio. Personalmente vivo di scrittura, e so perfettamente quale sforzo e quale considerazione dell’altro implichi una comunicazione onesta ed efficace.

    Mi sembra una buona domenica.
    buongiorno Cristiana, grazie per il tuo lavoro.

    Donatella Cinzano

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  3. Sono di sinistra, non voterò Renzi. Questo articolo mi piace perché pone l’attenzione su un aspetto che negli anni non è stato mai veramente affrontato ma ho sempre pensato che ci fosse. Per ora non dico di più.
    Francesca

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  4. Hai ragione, Cristiana. Nel DNA della sinistra italiana deve essersi intrufolato a un certo punto questo virus del superomismo culturale (bella la definizione di Donatella!) e io temo che il punto in cui questo accadde è stato il famigerato ’68. Da allora non più Mafai o Ginzburg o Pasolini, ma leader e intellettuali molto più ignoranti MA molto più arroganti e soprattutto molto meno interessati ai loro simili. Basta guardare quanti capetti movimentisti del periodo hanno poi traslocato a destra, perché a loro dire l’aria della sinistra italiana era irrespirabile a causa della vantata superiorità morale e culturale. Ma i pozzi li avevano avvelenati loro stessi, prima di mandarsi a vicenda a quel paese, per lo scontro tra i loro ego narcisi. Ferrara docet.
    Alla sinistra è rimasta in dote troppa arroganza e troppa poca voglia di capire veramente il prossimo diverso da sè.

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  5. Quanto sono belle le tue parole!
    Quanto sono di sinistra le tue parole!
    Piene di passione, di forte sentimento, di speranza.
    Tu certo non puoi ricordare (scrivi tantissimo e ricevi innumerevoli commenti) la mia risposta al tuo post sul voto a Renzi.
    Quindi non puoi immaginare quanto mi faccia piacere leggere queste tue parole:
    “Magari il mondo migliore si può costruirlo tutti insieme, ognuno come può e secondo le sue possibilità, senza pretendere alcuna supremazia intellettuale. Noi non dobbiamo imporre una visione del mondo, dobbiamo portare la maggioranza del Paese a riconoscersi in un Paese migliore e a partecipare alla sua costruzione: innescare un senso di collettivo è una cosa profondamente di sinistra ed è ciò che serve davvero per ripartire. La redistribuzione delle responsabilità è una missione di sinistra ed è la base (anche) per una redistribuzione della ricchezza.”
    Ultima questione.
    Quando ti candiderai tu?
    Datti una mossa, perché son più di trent’anni che aspetto di votare qualcuno in cui credo veramente.
    Buona domenica,
    Claudia

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  6. “Insomma in Italia c’è un pezzo di Paese che – negli anni – ha votato a destra non perché era di destra, ma non ha votato a sinistra perché non ha mai ritenuto credibile quella parte politica.”
    Quindi non pensava fosse credibile la sinistra e invece ha pensato fosse credibile la destra Belrusconiana? Davvero? Pensava sul serio “meno tasse per tutti” e contemporanemanete più stato sociale? Pensava sul serio che Berlusconi fosse amato e stimato dai capi di stato nel mondo? Pensava che si dovessero evadere le tasse e contemporaneamente lamentarsi dei disservizi? Pensava che l’immigrazione fosse la causa della criminalità in Italia?
    A me sembra tanto un ragionamento che fa degli italiani un ammasso di idioti (e il vero snobismo è qui). Io spero che la maggior parte degli italiani che hanno votato a destra in questi anni lo abbiano fatto per un (errato) calcolo sulla propria convenienza personale e perché imbrigliati nella paura del comunismo (per via di qualche decennio di pressione DC, che non si dimentica in un giorno).
    Renzi è nato e cresciuto nel partito, della vita reale non sa niente: rivolgersi ad un elettorato piuttosto che un altro è una scelta di marketing, fare delle scelte pratiche piuttosto che altre è ciò che definisce una politica di destra o di sinistra. Renzi usa il marketing di Grillo prima ancora che quello Berlusconiano e fa leva sul comune sentire che vede la soluzione di ogni problema nell’eliminazione fisica della politica e chi la rappresenta. Una soluzione che si spera avvenga -questo il paradosso- tramite delega totale: “vai avanti tu Matteo, cacciali tutti!”.
    Dato che il potere non ammette vuoti, Renzi sa bene che una volta abbattuta la classe dirigente del PD, di fatto avrà sostituito una oligarchia di partito (quella di D’Alema) con un’altra (la sua).
    Mi sforzo, ma non riesco a capire come si possa non rendersi conto di questo.

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    1. Renzi è nato e cresciuto nel partito, della vita reale non sa niente. vale lo stesso quindi per la dirigenza attuale, corretto? O vale solo per Renzi?
      Vale anche per me che lavoro alla Fiat?

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      1. Guarda che la critica ai politici di professione la fai tu, non io: “E questo vale anche per i giovanissimi che finiscono nel tritacarne di partito senza mai passare per un lavoro vero. Purtroppo l’essere vecchi non è una categoria anagrafica, ma una categoria legata ai metodi di indagine del mondo: se già da giovane ti chiudi nel pensiero unico dentro un sistema che non ti consente dubbi, sei già vecchio, vecchissimo.”. Stai descrivendo Renzi qui.
        Io una cosa simile non la penso: non credo che Renzi sia pessimo perché è un professionista della politica, penso che sia pessimo per le politiche che applica e che proclama di voler applicare.
        Non mi piacciono i ragionamenti a priori.

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  7. Magari venisse.
    Circa l’articolo, appassionante e veritiero, ci svela la “nostra” nudità. Guai pensare di essere i migliori o di mantenere il potere per sempre. Viene il tempo del cambio di stagione. E bisogna avere in armadio gli strumenti giusti.
    Si parla di Fiat e io c’ho lavorato 35 anni.
    Lì, per esempio, ho conosciuto le miserie e le grandezze del Sindacato. La grandezza massima è stata quella di occupare il vuoto lasciato dalla Politica (tutti gli anni ’70) e la piccolezza massima è stata quella di non usare la forza del momento per siglare “patti di lavoro”…Per quando non saremmo più stati forti. E ciò avvenne, inesorabile, a partire dalla marcia dei 40 mila, a Torino. Negli anni ’70 ho visto nascere e crescere (e illuderci) il valore STERILE dell’ uguaglianza…Aumenti uguali per tutti (per esempio), o il 18 universitario per tutti…

    Abbandoniamo il concetto di Uguaglianza, rivelatosi umanamente sterile, e interveniamo “politicamente”:
    1) distinguendo il campo A (ciò che deve essere uguale: materie, settori, tempi, piani,…, etc.) da quello B (dove “possono” essere tollerate diseguaglianze “transeunti”);
    2) battendoci contro i privilegi di nascita, titolo, eredità,….E contro le discriminazioni civili, economiche, ideologiche… Tutto questo darà senso e direzione ad una società di cittadini uguali nella ricerca di libertà e nella condivisione di solidarietà, cioè nelle opportunità e nei doveri.
    3) Ricordiamo la lezione di Bobbio: gli uomini sono tra loro tanto uguali (di fronte alla morte), quanto diseguali (nel modo di morire).

    PERCHE’ una società è libera SE riconosce sia le disuguaglianze (in atto) sia i limiti da dare alle stesse.
    INSOMMA, ragazzi, siamo mica qui per distinguerci…E poi renderci ridicoli?

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  8. non credo di aver colto il significato della illuminante analisi ‘Buongiorno Sinistra’: una parte degli italiani non avrebbe mai votato a sinistra ‘perché non credeva nella affidabilità di questa parte politica’ e sarebbe colpa nostra? di quelli di sinistra , poiché ” noi ci siamo sempre sentiti superiori e diversi, insomma migliori. Quelli impegnati, quelli pronti al sacrificio, quelli seri, quelli responsabili” ?? Beh, si da il caso che sia vero: io mi sento migliore di tutti quegli opportunisti-disonesti-menefreghisti che hanno votato berlusconi (e predecessori) solo per salvaguardare il proprio tornaconto a scapito dell’interessa generale. E se ” E nel tempo abbiamo compiuto una discriminazione che ci consentiva di sentirci il meglio del Paese e nel frattempo buttavamo tra le braccia di Berlusconi”, buttarlo ora tra le braccia dell’ennesimo pifferaio magico (leggi Renzi) non mi pare per nulla una grande idea.

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      1. No, certo. Sono forse queste: “Uno sguardo, quello che dobbiamo acquisire, che conferisca dignità a tutta la società, che comprenda che a volte uno fa l’impiegato o l’agente di commercio o la cassiera per campare mogli e figli (o viceversa) e magari nei fine-settimana invece di andare in un circolo del PD, porta i figli al parco, e magari sì…anche in un centro commerciale per passarci un po’ di tempo e non solo perché si sia arreso a sognare un mondo migliore.” Beh, signorina, quando parla della Sinistra come un gruppo elitario di snob intellettuali con la puzza sotto il naso non includa me, per favore, che non mi arrendo e continuo a sognare un mondo migliore anche quando porto mia figlia (di sinistra) a fare shopping o quando passeggio al parco con mio figlio (convinto bersaniano). La frase conclusiva della sua analisi “La diversità sta nel messaggio non nel modo di comunicare con quella parte di Paese” è confusa e contraddittoria: sta separando il contenuto del messaggio dal suo mezzo?

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        1. grazie del signorina. veramente quello che lei non ha compreso è che io sono esattamente come lei….mi sto solo interrogando non su di me o su di lei ma su come coinvolgere il paese…non separo contenuto con mezzo…è esattamente il contrario…a volte come nelle sue parole la forma è sostanza.

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  9. Non credo che Renzi sia di sinistra. Non credo che la sinistra debba corteggiare il qualunquismo e l’edonismo reaganiano per arrivare a prendere più voti della destra e quindi poter governare da destra, meglio della destra. “innescare un senso di collettivo è una cosa profondamente di sinistra ed è ciò che serve davvero per ripartire”. Non schifo nessuno, ma molte di quelle persone – pur figlie e rampolle della sinistra – sono uscite fuori dai recinti della solidarietà, per inseguire un progetto individuale. Perché lo hanno fatto? Chiedilo a loro, io sono sempre stato dall’altra parte, senza schizofrenie, nella mia squallida, barbosa e poveraccia coerenza. Non so quanti anni tu abbia, ma io che ne ho qualcuno meno dei sessanta, ricordo trentacinque anni fa le strade gremite di rivoluzionari pronta a celebrare il giorno che il cielo sarebbe caduto sulla terra. Erano gli stessi che qualche decennio più tardi hanno scelto, votato e portato Berlusconi e soci al potere. “Noi non dobbiamo imporre una visione del mondo, dobbiamo portare la maggioranza del Paese a riconoscersi in un Paese migliore e a partecipare alla sua costruzione”: sei sicura che la gran parte di loro sogni davvero un paese migliore? Siamo pur sempre quegli italiani che hanno riverito, nell’ordine, il fascismo, la democrazia cristiana e il berlusconismo, solo perché servivano al culto del nostro particulare. Non faccio il razzista, ma qualche gene leggermente tarato ce lo abbiamo, dobbiamo riconoscerlo. Per cambiare l’Italia, non serve Renzi, ma un salto di qualità nella coscienza degli italiani, che li aiuti a comprendere cosa sia giusto, vero, corretto, solidale, e anche bello e puro. Significa, per l’appunto, innescare un senso di collettivo che li faccia uscire fuori dal familismo amorale e dalla furbetta tribalità, che rappresenta l’abito mentale nazionale, diffuso e vincente. Che poi, non è detto che sia una cosa necessariamente di sinistra, visto che Edward C. Banfield era un sociologo di chiaro stampo conservatore. Le grandi nazioni, sinistra o destra che votino, hanno questo patrimonio culturale, noi ancora no. Non sarà uno che traffica con i furbetti del quartierino alle Cayman che ce lo potrà dare.

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      1. Il problema non credo sia io. Personalmente, mi creda, da alcuni anni appartengo alla maggioranza silenziosa di chi non va a votare. Il problema è dato da chi oggi si commuove perché il figliuol prodigo che fino ad oggi ha votato Berlusconi è tornato a casa, perché gli piace Renzi. Si chieda: è cambiato il figliuol prodigo, oppure è solo cambiato il pifferaio?

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  10. Ben scritto, ma sarebbe molto meno convincente se non tacesse le conclusioni. Affermare un valore (la coscienza civile, l’impegno, la cultura) è sempre più sgradevole dell’empatia piaciona; mostrare alla “classe media” che si può scegliere di votare a sinistra con la disinvoltura di un cambio d’abito è un mezzo di sicuro successo elettorale. Ma poi?
    Perché persone non stupide, come lei, si riducono ad attribuire le sconfitte elettorali della sinistra ai tic dell’intellettuale engagé, accettando uno stereotipo della sottocultura di destra? E non, tanto per dire, a vent’anni di bombardamento permanente da parte dello strapotere mediatico di Berlusconi, un massacro che avrebbe reso impopolare anche la Nutella, figuriamoci Fassino? E non la completa inazione dei vertici della sinistra, che si sono baloccati tra Bicamerali e discussioni sul proporzionale antani per due? E non la corruzione, poco amata da un certo elettorato snob e bacchettone, che ha infangato la memoria dell’eccellenza delle amministrazioni locali rosse?
    Perchè nessuno riconosce in questo progetto di sinistra “moderna”, non moralista e non cerebrale, il profilo e la storia di Bettino Craxi?

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  11. Come è già stato detto in altri commenti, sostenere Matteo Renzi e, allo stesso tempo, criticare chi è nato in un partito senza aver mai incontrato un lavoro vero è una posizione talmente ridicola da spiegarsi solo con una comprensibile voglia di fare propaganda.
    Per il resto, una domanda: ma questo suo collega, che non è di destra ma non ha mai votato a sinistra, dove ha messo la sua crocetta negli ultimi vent’anni?
    Nello specifico, cosa ha fatto per impedire lo sfacelo berlusconiano, si può sapere?
    Perché mi dispiace, cara Alicata, ma io i milioni di italiani che in questi due decenni hanno affondato il Paese con le loro scelte (altro che Casta) non sono disposto a blandirli per ottenerne il voto, a costo di apparire superbo.
    Se uno cambia idea, bene, ma sarebbe apprezzabile una parolina di autocritica, non lo scaricabarile del “non vi ho votato perché non eravate credibili”.
    In questi vent’anni c’è chi è stato al governo e chi è stato all’opposizione, c’è chi ha accettato lo status quo e chi ha cercato di cambiarlo, c’è chi ha provato a fare un minimo di giustizia sociale e chi si è chiuso in difesa dei propri interessi.
    Le responsabilità non sono uguali. Non siamo tutti uguali.
    E poi, davvero ritiene credibile che, improvvisamente, proprio adesso che Berlusconi è in rovina, milioni di cittadini scoprano che sono sempre stati di sinistra (salvo non votarla mai, ovviamente)?
    Non sente una puzza incredibile di Gattopardo?
    Io sì, insieme al puzzo della solita Italia, che il 24 luglio è fascista, il 26 antifascista e tutti i giorni borghese, ipocrita ed egoista .

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    1. obiezione corretta, ma facilmente smontabile.

      Matteo Renzi non è lui e basta. Intorno a lui ci sono tantissime persone che non sono professionisti della politica….Non ho nulla contro il professionismo in se se si apre al resto del mondo in modo dialettico….il problema è una classe dirigente tutta fatta in questo modo.

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      1. Sul tasso di “professionisti della politica” nei due schieramenti potremmo andare avanti per ore, e in fondo non è nemmeno troppo interessante, dal mio punto di vista.
        Si può sapere, però, come ha impiegato il suo diritto di voto il suo collega in questi anni?

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  12. Forse non solo la sinistra, ma tutta la società italiana con un alto grado di istruzione è bloccata nell’idealismo, e mette le bandiere al di sopra delle persone, i principi al di sopra delle necessità. La teoria prevale spesso sulla realtà. Noi italiani, non solo quelli di sinistra, dovremmo imparare a lottare per “noi stessi”, che è più complicato del lottare per le idee a cui aderiamo. E anche queste primarie si stanno trasformando in un atto di fede, su “chi” vogliamo che vinca (in senso calcistico) e non in una riflessione su come uscire dal pantano.

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  13. vincenzo fiore, silvia, e stefano dall’agata, hanno già detto tutto e detto bene. mi sa che semplifichi un po’, cristiana. intanto anch’io ritengo che, se c’è qualcuno che ha votato uno come berlusconi “anche non essendo di destra”, questo non basta certo a farne una colpa alla sinistra, che pure di colpe ne ha tante. se poi la stessa persona ora vota renzi “pur non essendo neanche di sinistra”, allora evidentemente si vede che lui, in un politico (politico?) cerca determinate caratteristiche, che ha ritrovato a suo tempo in berlusconi e ritrova oggi in renzi (modo di pensare che, per quanto perverso, effettivamente ha una sua logica). la domanda allora è la solita: per accalappiare gli elettori di berlusconi, meglio sperare che si accorgano loro dello scempio che hanno contribuito a creare votando berlusconi (e che di scempio si tratta credo siamo tutti d’accordo), oppure aggiorniamo il modello comunicativo e (non)contenutistico berlusconiano sostituendo l’originario protagonista, ormai rancido, con un nuovo affabulatore di quarant’anni più giovane? quanto al modello della sinistra, non mi pare sia oggi l'”operaio fiat” (per lo meno, stando a quel che si sente arrivare dal pd); e comunque c’è l’operaio fiat, l’operaio alcoa, il minatore del sulcis, l’operaio ilva (non i due gatti che scioperano con i panini e l’acqua offerti dai riva e smentiti, penosamente, da bruno ferrante, già candidato perdente dei ds a sindaco di milano). il fatto è che in politica, purtroppo, bisogna fare delle scelte. e non si può accontentare tutti. non si può stare contemporaneamente con gli operai cassintegrati e con i broker che fanno la spola fra le cayman e londra; non si può stare contemporaneamente con i sindacati subalterni a un datore di lavoro incapace se non peggio, e con quelli che invece, legittimamente, si oppongono. non si può stare con tutti. bisogna scegliere, e renzi, mi pare chiaro, questa scelta l’ha fatta eccome e non se ne discosta. ecco un altra ragione che spiega come mai il tuo amico, che prima votava berlusconi, oggi vota renzi; forse bisognerebbe vedere cosa ne pensa uno di sinistra, di renzi.

    p.s. il tuo amico sarà certamente una bravissima persona. ma sui “quadri fiat” io un’opinione me la sono fatta. attingendo da fonti “alte” (la torrenziale cronistoria fiat di valerio castronovo, autore non certo vicino alla sinistra) e “vicine” (uno zio operaio in pensione dell’iveco; non una testa calda, peraltro; e neanche sempre iscritto al sindacato). diciamo che se qualcuno di loro vota renzi, è un motivo in più per non votarlo…

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    1. terribile sto commento…..cosa saremmo noi quadri Fiat scusa? Dai dimmelo. Poi ti faccio rispondere dagli operai e dai precari con cui pranzo in mensa ogni giorno….dai ti prego, mi stai dimostrando il teorema. Tutti i quadri fiat sono cattivi e fascisti. Hai ragione…volevo fare la ricercatrice mammona o la giornalista radical chic. Porca miseria….mi puoi raccomandare in qualche giornale? 🙂

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      1. apro ora, prima di coricarmi. un paio, come dire, di cose che mi sono capitate. prima qualcosa che non ho visto, ma a cui non ho motivo di non credere. uno zio, ormai in pensione, mi raccontava di quando aveva appena iniziato a lavorare in iveco (suzzara, provincia di mantova). e mi diceva spesso delle pressioni cui tutti, lì dentro, erano sottoposti dai loro diretti superiori. episodi del tipo: incidente sul lavoro, col superiore che “consiglia” di non pretendere nulla, e di dichiarare che trattasi di incidente domestico; oppure, in molti casi, pressioni tali sui lavoratori più “scomodi”, da farli allontanare da soli dalle fabbriche; “non c’era bisogno che ti licenziassero”, mi ripete, “facevano in modo che te ne andassi tu”. e ripeto, la persona che mi racconta queste cose non è mai stata una “testa calda”; la tessera fiom la prendeva a volte sì e a volte no, in una fabbrica in cui tutti erano fiom, in un paese in cui tutti (tutti quasi aritmeticamente) votavano e votano ancora a sinistra (cioè, oggi votano pd). è stato quasi comico quando mi ha detto “non scriverlo (!!!), ma l’operaio, in fiat, è sempre stato ricattato!”. per la tesi che sto facendo, sono andato a parlare con un capo reparto chiedendo se poteva mettermi in contatto con qualcuno di fiat auto (non di industrial perchè non c’entra nella tesi); appena hanno sentito che ho parlato anche con un dirigente di fiom (michele de palma, che dopo varie rotture di balle al cellulare ha finalmente trovato due minuti per rispondere alle mie domande), è calato il silenzio, e sbrigativamente mi è stato detto che non si poteva fare niente. ho visto un servizio, sullo stabilimento di pomigliano, dove un dipendente tesserato fiom entra in fabbrica e il caporeparto gli fa chiaramente capire che, se voleva essere riassorbito dalla cassa, doveva stracciare la tessera (effettivamente, 20 di loro appena ritirata l’iscrizione sono stati subito riassorbiti), con metodi, come dire, vagamente intimidatori. e ho controllato i risultati del referendum a mirafiori, dove i sì hanno prevalso di poco più di 400 voti, margine raccolto quasi per intero nel seggio quadri, dove in una decina hanno avuto il coraggio di votare no e tutti gli altri sì. quindi, rifuggendo da ogni generalizzazione, però vedi: qui abbiamo l’esempio di un elettore che, par di capire, ha sempre votato berlusconi; ora si butta su renzi; che lavora in un’azienda in cui il dissenso è soffocato, in cui certe posizioni vengono tollerate a fatica, e solo se si mette di mezzo un giudice. diciamo che come campione sociologico non è il massimo. diciamo anche che, se la tipologia di elettori che si insegue affannosamente è questa, secondo me si rischia di andare pochissimo lontano, perchè per ognuno di questi elettori che si “recupera alla causa”, se ne perdono altri due. secondo me. sbaglierò.

        p.s. anch’io ci pranzo, con gli operai. con uno ci ceno ogni sera a parte il sabato che di solito ceno fuori. mi tocca salutarne altri due, un maschio e una femmina (la femmina segretaria locale pd, fra l’altro) tutte le volte che vado a trovare la fidanzata; ci ho a che fare ogni volta che esco coi parenti; che esco con gli amici; che esco con gli amici dei miei genitori. e coi precari idem; un geometra finto-partita iva (ma la riforma fornero non li doveva eliminare?); un ex cameriere di bingo che dopo la laurea in economia è passato al ramo mcdonald’s, sempre cameriere; operai in fabbriche varie (quelli che ancora non sono a casa); fra un po’, probabilmente anche il sottoscritto. i radical chic? ne sono fuori, mi sa. e comunque non li ho mai sopportati. good night…

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        1. Questo dovrebbe valere anche per me allora 🙂 a parte tutto….questo era vero nei luoghi “antichi” di relazioni piu’ simile al secolo scorso…non e’ piu’ vero nella mia generazione di quadri aziendali.

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        2. premetto che parlo a spanne, senza velleità da sociologo della mutua. mi pare, cristiana, che il collega di cui parli, rispetto a te (che fai politica attiva, per di più su tematiche su cui pochi, purtroppo si battono), sia un “campione” molto più “rappresentativo” di una certa tipologia (“range” direbbe un renziano) di elettorato: reddito discreto/buono, scarso interesse alla politica, poca sensibilità rispetto a certe tematiche (e non ne faccio una colpa; anch’io sono più sensibile a certe cose e meno ad altre), voto dato, a volte in massa a berlusconi (è una semplificazione, ma necessaria e tutto sommato non falsa). un elettorato su cui renzi ha dichiarato, apertamente e più volte, di voler “puntare”. ora, io credo che, per poter “acchiappare” questi elettori, che “fisiologicamente” non sono mai stati “parte” del “campo” della sinistra, bisogna dire certe cose, non dirne certe altre, offrire una certa immagine, comportarsi in un certo modo. che è ciò che renzi, in effetti, sta facendo. a questo punto, però, io credo che, volendo inseguire a tutti i costi questo elettorato, sia più che concreto il rischio di “perdere per strada” altri elettori, quelli di sinistra, quelli che non se la sentirebbero, o non se la sentirebbero più, di votare un partito con un programma ormai spostato a destra; e credo anche, e sicuramente sbaglierò, che questi ultimi siano di più degli ex elettori di berlusconi disposti a votare per la prima volta nella vita per il pd (già ds, già pds, già, orrore, pci). renzi invece pensa che solo con lui candidato il pd prenderebbe il 40% dei voti; ciò vuol dire che immagina che gli elettori/simpatizzanti “storici”, solidamente di sinistra, magari ineteressati e partecipi alla politica, voterebbero il pd sempre e comunque, anche con lui candidato. e questa, perdonami, è una concezione dell’elettorato tipicamente d’alemiana; chi lo dice, chiedrai; d’alema stesso. come ho già scritto su questo blog, parlando qualche anno fa all’unità a suzzara (lo stesso paese dell’iveco), il d’alema disse testuale: “qui candidiamo che vogliamo e vinciamo comunque”, venendo sommerso dagli applausi. d’alema aveva ragione, riferito a suzzara; basti pensare che, alle regionali del 2010, quando la destra aveva il vento più in poppa che mai e in lombardia avevamo il candidato governatore più invotabile di tutti, filippo penati (fresco trombato alle provinciali milanesi l’anno prima), la “flessione” si sentì perfino lì, dove il centrosinistra ottenne un risultato che in qualsiasi altro posto sarebbe stato un trionfo, ma lì aveva il sapore della sconfitta: il 60% dei voti (quando, in condizioni normali con un candidato normale, si sarebbe andati senza sforzo sopra il 70, come sempre). riferito all’italia in generale, però, d’alema sbagliava di brutto (lo si è visto in puglia, a milano, a napoli, a palermo, a parma, a genova, a cagliari, in veneto; e mi fermo qui). la mia impressione è che renzi, nella sua rincorsa a un elettorato non pd che è tutto da dimostrare che si faccia “sedurre” da lui, capisca poco e sia pochissimo attento a una certa parte, forse (ancora) maggioritaria, del pd, che avrebbe grandissima difficoltà a votarlo se vincesse lui. le primarie sono vicine e le elezioni anche. vediamo come va…

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        3. Rispondo a Jacopo:
          -> “quelli di sinistra, quelli che non se la sentirebbero, o non se la sentirebbero più, di votare un partito con un programma ormai spostato a destra”

          stai parlando con una persona che si rifiuta di ammettere l’evidenza, cioè che il programma di renzi è un programma di destra. Stai parlando con una persona che questo programma di destra lo sostiene, con un sacco di giri di parole e fumoserie senza costrutto per potersi mantenere nella propria convinzione di essere di sinistra. Non c’è molto da fare. È un po’ come quando parli con un cattolico e gli chiedi di dimostrarti che dio esiste, e il cattolico ti risponde: “dimostrami tu che non esiste!”. In effetti, la formazione culturale è quella, quindi non ci meravigliamo troppo. Peccato che io conosca cattolici che sono praticamente degli estremisti di sinistra: Zanottelli giusto per fare un nome. Ma qui abbiamo a che fare con gente di apparato. Zanottelli ha manifestato contro la vendita di aerei militari ad Israele: ma tu te l’immagini uno di questi apparatnicki rampanti della generazione renzi che prendono parte ad una manifestazione del genere? Mi vien da ridere! Questi si cagherebbero in braghe all’idea di prendere una posizione del genere! O, più probabilmente, sosterrebbero apertamente l’idea della vendita perchè “bisogna difendere i posti di lavoro” (vedi quello che hanno fatto con la TAV, e non solo). Il mio disprezzo per loro, ti dirò, cresce giorno per giorno.

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        4. @ scialuppe
          non userei la parola disprezzo; quantomeno non verso la titolare del blog, che ha il merito di porre dei temi, e soprattutto di condurre battaglie, penso a quelle sui diritti civili, che in italia non sono mai al centro del dibattito; chi le fa riceve, se gli va bene, dei sorrisetti di comprensione, se gli va male, insulti omofobi e se gli va ancora peggio non soltanto insulti. quanto alla opinabilità di molte posizioni sostenute su questo blog, sono d’accordissimo. non è di sinistra il programma di renzi, e le poche cose che cercano di andare nel tecnico di questo programma ce lo confermano (non è di sinistra, negare centralità al contratto nazionale, perchè significa dire “arrangiatevi” ai lavoratori di ogni azienda, con conseguenti diseguaglianze da caso a caso; non è di sinistra declinare la flexsecurity alla ichino, cioè in pratica libertà di licenziamento per tutti, senza contare che l’esperienza olandese e danese in realtà è guardata criticamente da molti studiosi, italiani ed europei, mentre qui viene ovviamente presentata come un dogma, la soluzione che risolve tutti i mali ma che non è possibile importare per colpa di “una certa sinistra conservatrice”; non vado oltre perchè io queste cose le studio ma chi fortunatamente si occupa di altro di solito le trova molto pallose e ha ragione). non mi piace per niente il modo dozzinale, furbacchione, arrogante e falso che ha renzi di comunicare. non mi piacciono le persone di cui si circonda; abbiamo criticato tutti, per anni, d’alema e bersani anche per la gente che si sceglievano come entourage; è una critica che calza a pennello anche su renzi. ne discende che renzi, sotto questo aspetto (che è importante, importantissimo) non è diverso dai politici che vuole rottamare. non è il nuovo, renzi; è invece un politico, seppur giovane, già di lungo corso (paragone blasfemo: totti, che stimo molto, a ventuno anni era già capitano della roma; era già una bandiera); presidente di provincia a ventinove anni (e per arrivare a quella carica a quell’età bisogna essere ben inseriti nell’apparato); uomo di fiducia di pistelli, che poi ha mollato quando quest’ultimo è stato scelto da veltroni per le primarie a sindaco di firenze, con un tempismo e una furbizia tattica degne del più navigato fra i vecchi marpioni della politica. così come vecchi marpioni sono non pochi fra suoi sostenitori, come roberto reggi; gente che ha fatto i suoi conti, e ha scoperto che, andando da renzi, ha molto più da guadagnare che stando con bersani. infine non è neanche così “de-ideologizzato” come vuole far credere. un articolo di deaglio sul venerdì di qualche settimana fa, descrive bene il mondo in cui è cresciuto: figlio di un dirigente di punta della dc fiorentina, cattolico integralista (si dice che “abbia guardato con simpatia alla lista anti-aborto di ferrara”, quella che prese lo 0,1%), che solo per esigenze elettorali si è “leggermente laicizzato”. da ogni punto da cui lo si guarda, renzi mi pare invotabile, per un elettore di sinistra medio come sono io. furbo, falso, vecchio, poco sensibile ai temi sociali, vicinissimo alla chiesa (a quella ufficiale, non al grande zanotelli) su quelli etici; di scarsissimo spessore personale (cosa che si capisce già ascoltando le sue battute, sempre le solite, sempre più stanche). mi sembra preoccupante tutto questo entusiasmo per lui, ecco…

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        5. Siamo da capo a dodici. voi rivendicate la ragione e l’essere di sinistra io dentro il programma ci vedo molta sinistra evoluta anche sui temi laici (lo avete letto almeno o siete fermi alla propaganda e alla vulgata?). Quanto al padre era della dc. Le vostre fonti su altro? Oggi fa il segretario di circolo non il pappone in qualche mucchio di poteri.

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      2. Ok, per quanto riguarda il disprezzo in effetti mi riferivo a Renzi. Poi che una persona che si ritiene di sinistra riesca a pensare che lo sia anche il programma del suddetto è qualcosa che mi lascia basito.

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        1. cristiana, l’accenno al padre (che era un dirigente importante; sappiamo tutti bene che nascere da genitori già ben inseriti in politica è l’ideale, per inserirci a nostra volta più facilmente che altri) era solo per sottolineare che colui che si propone come il “ragazzo degli anni duemila”, allergico alle ideologie, in realtà è ben piantato nell’odiato “novecento”, visto che nasce, cresce e si forma, nell’ambito della dc, quella “ufficiale”, quella che era “partito” non meno di quanto era “partito” il vecchio pci; quindi, se uno critica (giustamente) bersani, perchè espressione del “vecchio pci”, mi pare che lo stesso si possa dire di renzi, espressione, pur quarantenne, della “vecchia dc”. il programma l’ho letto proprio dal link che hai messo tu. è generico anche sulle unioni civili, come su tutto il resto; la carta di intenti lo è ancora di più, su questo tema; ma, allora, bisognerebbe dire che qui si sta facendo semplicemente una corsa al “meno peggio”. nessuno sta dicendo che il povero renzi sia un criminale; stiamo semplicemente considerando che ciò che lui vuol far credere di essere il nuovo giovane che si oppone coraggiosamente all”apparato” forte solo della sua faccia e delle sue idee (!?!?), in realtà non è; è “apparato” anche lui, non voglio dire come bersani, ma lo è anche lui; non è idealista ma in compenso è molto opportunista; ha un programma che non dice niente, e del quale il poco che si può capire, non può certo essere definito “di sinistra”, in nessun senso. se si va un po’ più in là senza fermarsi alle solite formulette (“novecento”, “sinistra conservatrice”, “ideologia”), renzi è questo. e infatti, per tornare al tema del post, attira persone che di sinistra non sono mai state, mentre non attira per niente persone che di sinistra lo sono sempre state. ci sarà ben un perchè…

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        2. non si capisce, effettivamente, come mai sostieni renzi. qualche ragione ci sarà. diciamo che io non penso mai male delle persone, perchè so che si fa peccato. scialuppe invece non si fa di questi problemi, perchè sa anche che spesso si indovina. spero che non abbia ragione lui, ma ho come il presentimento che non abbia neanche tutti i torti. maledizione, ho pensato male anch’io…

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  14. Bello, bellissimo post. Le critiche che ricevi sono solo la conferma delle tue affermazioni.

    Se posso aggiungere una piccola cosa: la sinistra che tu descrivi ha creato quello che si vede nello spot di Servizio Pubblico in questi giorni (vedasi http://www.youtube.com/watch?v=XTlxcTNLILM ). La gente che, alla domanda “loro rubano, tu che fai?”, risponde “niente”, “cosa devo fare?”, “ci bevo sopra”, è esattamente quella a cui deve puntare il PD oggi.

    Sono persone deluse e che finora si sono sentite escluse, come me. Io non ho voglia di iscrivermi al partito, di andare al circolo ogni giovedì, di fare i banchetti il fine settimana per questa o quella legge che, nel 99% dei casi, non mi tocca nemmeno. Ho voglia di poter credere a una politica più semplice e meno elitaria. A destra questo non è possibile, perché si sa, c’è il Grande Capo. A sinistra non è possibile per i motivi che elenchi tu nel tuo post. Speriamo che cambi tutto presto.

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  15. Da giorni mi chiedo perché un mio collega che non ha mai votato a sinistra – figuriamoci alle altre primarie – oggi vuole venire a votare Renzi alle primarie.

    Forse perchè è un cretino.

    Oppure perchè non essendo di sinistra trovo ovvio votre Renzi, che non è di sinistra.

    Noto con piacere che all’interno del PD, e in particolare da chi in passato si è autodefinita appartenente all’ “ala movimentista del PD”, non aver mai votato a sinistra è considerato positivamente.

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  16. Tutto vero. Però è stato mooooolto difficile, per vent’anni, guardare metà degli Italiani votare Berlusconi, Bossi, il Trota, Borghezio, sdilinquirsi per le stupidaggini di Tremonti, credere in favolette, denigrare la cultura, e … non percepirli inferiori.
    Sbagliato?
    Certo.
    Ma mio Dio difficilissimo.

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  17. Ripeto anch’io: Renzi era con il MarChione che prometteva investimenti. Non con il MarPionne che, 2 anni dopo di silenzio, li ha negati.
    Non è Renzi ad aver cambiato parere (per primo).

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    1. Le possibilità sono due:
      1) Renzi non ha capito cosa aveva in mente Marchionne (che non ha affatto cambiato idea, altrimenti avrebbe presentato da subito uno straccio di piano industriale) ed è un ingenuo, predisposto a credere alle favole anche quando arrivano da uno che ha già dimostrato di essere eticamente discutibile -a voler esser buoni-.
      2) Renzi sfrutta l’onda di popolarità ed è a caccia di voti, per cui può tranquillamente affermare che è a favore di Marchionne quando questo sembra nuovismo (salvo essere nuovismo vuoto, vedi su) e contro Marchionne quando questo fa scelte più impopolari.
      Quindi sulla questione FIAT è stato in malafede o incapace di fare il proprio mestiere, dato che in politica un minimo di lungimiranza è indispensabile. Chissà in quali altre situazioni ci delizierà di tale dilemma.

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  18. “E ora che uno del PD riesce a parlare con quella gente senza farla sentire reietta noi ci incazziamo?”

    Mica perchè parla con loro. Perchè dice cazzate.

    “La risposta è dentro di te. Però, è sbagliata.” (Quelo)

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      1. E allora, secondo me, ci sono due possibili scenari:
        1) Il suo collega, dopo aver ritenuto credibili statisti del calibro di Fini (quello di Genova, della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi), La Russa, Storace e Gasparri ha improvvisamento scoperto di essere di sinstra, ma così di sinistra, che Bersani non basta, Vendola non basta, no, ci vuole Renzi.
        2) Il suo collega è rimasto di destra e, nello sfascio totale del suo campo, cerca dall’altra parte quello che ritiene più vicino ai suoi ideali.
        Veda lei quale ritiene il più credibile.

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        1. Non capisco.

          E a Roma come faceva a vincere Veltroni e 4 anni dopo Alemanno? Come mai la gente non ha votato Rutelli che era sicuramente e sulla carta meglio del ex fascista con croce celtica al collo?

          E non ci potrebbero essere delle persone che votano a destra perché conoscono qualcuno, perché la famiglia, ecc? O perché la sinistra su alcuni settori aveva dei pregiudizi (come sto dicendo io)? Come fa ad esserci l’alternanza democratica se tutti restano della loro idea e se c’è un pezzo di Italia che rivendica di essere il migliore? E il mondo non cambia? Il contesto? L’economia? E come mai non modifichiamo anche le ricette e quindi il nostro modo di sentirci di sinistra? Lo ha letto il programma? Il servizio civile europeo è una cosa di destra? La scuola prima di tutto? Ma quando mai lo ha detto Berlusconi….

          mi perdoni ma se tutti fossero come lei votare nel 2013 sarebbe come votare nel 1994. No????

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  19. hai dimenticato un non trascurabile fattore: questa sinistra si è trovata davanti un mostro inattaccabile con in mano tutta l’informazione (che si traduce opinione pubblica) e i necessari scrupoli per usare questi mezzi(cioè zero). Sintesi per qualche anno ha fatto finta di resistere poi la sx si è seduta a tavola a spartire il bottino di guerra perchè il sistema B anche se per qualcuno “è più uguale che per altri” fa comodo a tutta la casta. è tutto molto più semplice di quello che scrivi. alla fine ci si riduce a soldi e potere personali ed il resto è solo conversazione.

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  20. La cosa triste e, a mio avviso, sintomo di una malattia ormai inguaribile e degenerativa, è come voi, che vi definite di sinistra, siate succubi di quella grande truffa della borghesia definita “merito”. Io me lo ricordo il sindacato degli anni 70 (primi anni 70), che invece credeva nell’egualitarismo. Lavoro in un grande comune del nord, quando sono entrato nel 2001 il lavoro del mio settore era impostato sull’equipe, sul gruppo, e funzionava benissimo. Poi ha fatto irruzione il merito, gruppi distrutti, e una fioritura indecente di dirigenti e semidirigenti, con relativo trasferimento di risorse, creazione di un nuovo proletariato e di una nuova borghesia pigliatutto. Questo è il merito, come viene usato. L’unica salvezza sarebbe invece di insistere sul concetto di diritti e di doveri, per una nuova etica di tutti, che parta da una guida etica, cioè un gruppo dirigente degno di questo nome, certo non politici televisivi e demagogici tipo Renzi. Ma fare questi discorsi significa essere immediatamente bollati di incoscienza, di superficialuità, o addirittura di “comunismo”.

    Dai, avanti con la TV e il merito, lancia in resta verso le bande armate per strada, che sarebbero poi i non meritevoli.

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  21. Cri, un paio di osservazioni.

    “E a Roma come faceva a vincere Veltroni e 4 anni dopo Alemanno? Come mai la gente non ha votato Rutelli che era sicuramente e sulla carta meglio del ex fascista con croce celtica al collo?”

    beh, se fai il confronto con i voti di Zingaretti, sembra che non ci sia stato un travaso di voti da sinistra a desta, quanto piuttosto l’astensione verso un candidato che aveva fatto la mignottata dell’astensione al referendum sulla legge 40…

    ” Come fa ad esserci l’alternanza democratica se tutti restano della loro idea e se c’è un pezzo di Italia che rivendica di essere il migliore?”

    per sentirsi meglio di Fiorito, Scajola, Bertolaso, Piscicelli, Fede, non è che ci vuole molto.
    Io probabilmente voterò Renzi perchè non mi piace il richiamo identitario che sta usando Bersani, quando di fatto il PD è stato immobile nella ricerca di un accordo con Casini, e perché in queste condizioni non c’è modo di fare una politica keynesiana a debito (anche se farebbe comodo… ma la politica del cdx nei dieci anni precedenti l’ha resa impossibile, maledetti loro), che è il sottotesto di molte affermazioni di Fassina. Ho la sensazione che cerchino di vendermi una politica più di “sinistra” per poi dirmi “non ci sono le condizioni…non ci sono i margini… gli alleati…per senso di responsabilità…” e alla fine ci ritroviamo a sostenere un Monti bis. E questo immobilismo deve subire una dura sconfitta politica.
    Paradossalmente, trovo positivo che Renzi cerchi di prendere direttamente i voti almeno di una parte del cdx piuttosto che cercare un accordo defatigante con qualcuno che dovrebbe rappresentarli. E su questo hai ragione, senza scongelare un pezzo di elettorato di centro destra non vinciamo (lo so, c’è anche il problema di recuperare l’astensionismo e il voto verso Grillo)

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  22. Cara Cristiana, condivido tutto, ma proprio tutto quello che hai scritto (a parte i libri su carta, sto cominciando a leggerli anche in formato elettronico e non è così male…). Sono figlio di operai, partita iva lavoratore autonomo (iniziato come co.co.co.), ho lottato in questi anni per dare rappresentanza a questi lavoratori, e proprio a sinistra e nei sindacati ho trovato sempre l’ostacolo più grande ad affermare alcuni semplici diritti che dovrebbero essere validi per tutti i cittadini. Sei riuscita ad esprimere benissimo la trappola che c’è dietro la domanda che mi è stata rivolta in questi anni: “hai scelto di fare questo lavoro o ti è stato imposto?” (!!!???)… (con proposte di diversi livelli di protezione, welfare e sussidi nell’uno e nell’altro caso).
    Questo anche per dire che la tua analisi “sulle nuvole” o su facebook (detto in senso negativo in alcuni commenti al tuo post… sigh…) trovano immediato riscontro nella realtà.
    Grazie ancora per aver dato voce ai pensieri miei e credo di tanti altri.

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  23. Condivido molto di quello che hai scritto (in ritardo, ma arrivo qui attraverso un post di facebook che ho visto solo ora). Dico subito che ho votato Renzi alle primarie, non tanto per quello che sosteneva quanto per quello che rappresentava in quel momento all’interno del PD, e solo Dio sa quanto il PD ha bisogno di rinnovarsi per non tirare nuovamente la volata a Berlusconi o a un Monti-bis. UN solo appunto: per mia esperienza diretta, molta gente che lavora nel settore pubblico, specialmente ai bassi livelli, vota a destra. Lo fa per ignoranza e opportunismo (nel senso che sperano di ottenere davvero le promesse che fanno), ma anche perché il PD non ha saputo rappresentarle. E il fatto che ci siano pochi dirigenti del partito provenienti dal settore privato si spiega benissimo con il fatto che chi non è passato attraverso la linea ereditaria paterna (…) molto spesso proviene dal sindacato, e i sindacalisti distaccati dal lavoro arrivano in gran parte dal pubblico impiego…

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  24. oggi mi sono imbattuta in due diversi post di questo blog. non ho votato renzi ma ci sono alcune cose alcuni spunti che mi convincono e altri ch mi incuriosiscono in qusto post. ritornerò ancora qui sopra a leggere. buon lavoro

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