L’Italia dei giusti


Certo difficile dire che i lettori di Repubblica siano uno spaccato statistico della società italiana.

Ma come commentavamo via sms con Vittorio Zambardino è incredibile la quantità di persone di destra che è venuta qui a lasciare un pensiero o che mi ha scritto direttamente, mischiata a compagni di liceo (qualcuno anche del liceo scientifico a cui eravamo annessi e che si ricordava di quando guidai una pacifica invasione di corpi sdraiati nei corridoi per protestare contro il preside che non veniva mai da noi) e dell’università o ai tanti gay che si sono commossi per avere avuto una voce (e dobbiamo ringraziare Repubblica che ha assolto al suo dovere di organo di informazione) e agli amici di sempre.

E’ incredibile come una semplice lettera possa scatenare l’Italia dei giusti, quella che non ha partito, quella disposta ad ascoltare, quella che è pronta a mettere in gioco pregiudizi e pensieri e a cambiarli.

Queste le cose più incredibili: “Pensavo questo, ma oggi penso questo perchè ho capito questo.” Come sembra tutto così lontano da un certo dibattito ideologico e contrappositorio a cui credevo l’Italia si fosse assefuatta ed invece quanto accaduto mi fa pensare che aspetti solo una scintilla e la cosa bella non è stata la mia lettera, concepita nel delirio della febbre causata da una faringite micidiale che mi sta costringendo a casa, ma stare qui, tutto il pomeriggio, come un imbecille, con il termometo sotto l’ascella, a leggere le cose che scriveva la gente che arrivava qui dal sito di Repubblica.

Capire che la rivoluzione gentile – che metta al primo posto il benessere del paese e non una bandiera, che chieda conto di grandi questioni, senza compromessi, ma lo faccia con gentilezza  – è quello che il Paese ci chiede.

E’ incredibile quanto pesi di più il modo in cui si chiedono le cose piuttosto di cosa si chiede. E ormai avrei dovuto impararlo, a 32 anni, con intorno amici di ogni tipo, di ogni genere, di ogni schieramento politico che ha abbracciato la mia battaglia con affetto ed entusiasmo.

E’ incredibile, ancora, quante persone di destra hanno affermato di voler venire al GayPride e di voler vedere riconosciuti i diritti dei gay.

Chi mi conosce sa che la mia battaglia è il matrimonio gay. Lo dico perchè so che oggi molti di loro torneranno qui e non voglio che la mia moderazione venga male interpretata.

Lo dico perchè il matrimonio è un istituto civile, previsto dalla Costituzione, che deve tutelare anche una coppia omosessuale che passa insieme tutta la vita. Qualcuno storce il naso alla parola matrimonio, lo so. Ma io vedo più pantomima in tanti matrimoni religiosi in cui si fa sfarzo di ricchezza e portate pantagrueliche, in barba ai principi cristiani che mi è sembrato di avere imparato all’oratorio, dai francescani.

Pensate a questo: due persone davanti al sindaco che firmano un contratto, partecipando il loro impegno con accanto la loro famiglia e i loro amici.  Provate a darmi una ragione razionale, giusta, per dire che: no, non è una cosa giusta. Provate dirmi che non posso entrare in ospedale se la mia compagna è in fin di vita. Provate a dirmi che non debba pagarle gli alimenti se la abbandono in difficoltà. Provate a dirmi che non debba subentrare all’affitto della casa se lei dovesse morire. Provate a dirmi che non posso lasciarle in eredità le mie cose. Tutto questo oggi NON è tutelato. Non esiste uno strumento giuridico che non sia impugnabile dai familiari del defunto, non esiste nulla che mi costringa ad assistere la mia compagna in difficoltà. Non esiste nulla che mi faccia entrare in qualsiasi ospedale del Paese, se non per accondiscendenza del personale medico.

Sono certa che i sondaggi strumentali che vengono fatti sull’argomento, con domande secche, senza che venga concesso un dibattito, non rendono merito all’Italia e quanto essa sia più avanti di come la politica vorrebbe descriverla a volte.

Voglio ringraziare tutti voi che oggi siete venuti qui in più di 6.000 (!), che avete scritto, che avete navigato il blog scovando le cose più impensate. Grazie di avermi insegnato un’altro pezzo di Italia e grazie di passare di qui d’ora in poi a lasciare il vostro pensiero e la vostra riflessione anche quando dovessimo non trovarci d’accordo.

 

 

38 pensieri riguardo “L’Italia dei giusti

  1. Cristiana,
    bene brava ma, se mi ci hai considerato, toglimi dall’Italia dei Giusti che mi sa troppo di gruppo rock di parrocchia. Tra l’altro io il gay di destra non lo sopporto, e l’etero anche peggio.
    Ciao

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  2. Ciao ho letto la lettera ad Alemanno, tutto bene finché non ho visto che “insieme ad altri 70mila” non hai votato per Rutelli.

    Sicuramente avrai anche avuto le tue ragioni, per carità. Alle politiche di un tot di anni fa io non l’ho votato perché secondo me non era (e non è) credibile. E siccome come me lo pensavano in tanti ci siamo dovuti sorbire 5 anni di Berlusconi e le cose che ha fatto (es sulla fecondazione assistita) e non ha fatto (es pacs).

    Con qualche anno in più e un po’ di senno in più non posso quindi fare a meno di dirti: ora goditi il sindaco con la croce celtica appesa al collo. Se Veltroni per non inimicarsi la Curia non ha istituito il registro delle coppie di fatto in Comune, ti puoi immaginare se avrete mai qualche riconoscimento da parte dell’ex camerata Alemanno.

    Dicamo pure la verità: come comunità gay se avete “sparso il voto” siete stati un po’ ingenui. E siccome la storia si ripete sempre, in questi prossimi anni vi conviene adottare un profilo basso, laggiù a Roma ci sono un po’ di categorie che non vi vogliono bene, a cominciare dai bravi ragazzi che hanno ancora i valori che hanno votato per il vs nuovo sindaco. Poi ci sono i simpatici e onesti tassisti, poi vengono i democratici e tolleranti poliziotti, e così via.

    Ciao e in bocca al lupo.
    Gianni

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  3. E’ sull’obiettivo “essere giusto”, io che tendenzialmnete parcheggerei in doppia fila, che cerco di defilarmi. Scherzo, non parcheggio in doppia fila (ho frequentato gli scout) e
    ritornero’ al gay pride (nella sezione burini separati recidivi e senza piume).

    A proposito di diversamente accoppiati, dai una letta a “Rashomon Martini” http://www.nonsiaprolisso.it/brevi/rashomon.htm .

    Mi sono segnato il tuo RSS.
    Ciao

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  4. Non votare Rutelli (o votare Alemanno, come ho fatto io) è stata una protesta contro centro e sinistra che ormai da troppo tempo, con lo spauracchio destra (Berlusconi, Alemanno, ecc) ci costringono a votare personaggi loschi e/o incompetenti. Risultato: la destra vince lo stesso.
    Le scelte nette sono premiate dall’elettorato. Tutti lo capiscono, tranne il PD che, essendo guidato (ma non interamente composto) da persone che hanno tradito i propri ideali, non sa più cosa voglia dire “onestà intellettuale”.
    Di una cosa sono sicuro: la situazione romana con Alemanno sindaco non peggiorerà sensibilmente… se non si ritiene che il benessere della comunità LGBT dipenda dalla sede del Gay Village, dalla lunghezza del Pride o dalle targhe in memoria di chi viene ammazzat@.

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  5. I miei complimenti! Ti ho scoperto anche grazie alla lettera pubblicata su Repubblica.it come risposta alle dichiarazioni di Alemanno sul Gay Pride. Inutile dire che sono d’accordo con quanto dici. Spero veramente che Alemanno acceti di partecipare al gay pride, in modo che possa assicurarsi di persona che non siamo così strani o bizzarri come vogliono dipingerci, e che se siamo un po’ (o tanto) inca**ati è perché non solo non vediamo riconosciuti i nostri diritti costituzionali, ma vengono calpestati e derisi soprattutto da affermazioni omofobe provenienti da ogni dove, specialmente durante questa ultima campagna elettorale. Grazie!

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  6. Ciao cristiana
    ho letto ora ora la tua lettera ad Alemanno.
    Sei molto coraggiosa e combattiva,saggia e tenace complimenti.
    Io ho solo 19 anni tante cose ancora non le so..
    Però io non sono molto favorevole ai matrimoni gay,ma non perchè sono contraria a due gay che decidono di passare una vita insieme,per carità ognuno ha il diritto di fare come gli pare..

    Vedi però si dice anche”che il diritto di tutto a tutti non è sempre valido perchè si va a scontrare col diritto di altri”è un pò come la classica frase”la libertà di ognuno arriva fino a dove comincia quella dell altro”.

    Il matrimonio è un istituzione fatta per creare e solidificare una famiglia.E che famiglia è senza figli?
    Per questo io non sono molto daccordo con i matrimoni gay..
    é il mio parere..vorrei sapere tu come la pensi riguardo all’affidamento dei bambini alle coppie gay!
    Ancora complimenti!
    un saluto!XD

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  7. Cara signora lei mi rispose. Le scrivo quindi un’ultima volta il più sinteticamente possibile e poi la saluto. ok? Sarò lungo e me ne scuso in anticipo. Se ha tempo legga.
    Ragioniamo insieme dal principio:
    Nel periodo 2000-08 il movimento Gay italiano è passato da una grande vittoria, quale fu il Pride del 2000, al disastro attuale. Il movimento Gay Italiano non ha ottenuto nulla dalla politica e oggi è ignorato dalla maggioranza dei Gay che non ci si indentificano; è isolato nella società ed ha anche enormi problemi nei suoi rapporti coi media (che, come lei ha ben notato, sono primitivi e rozzi).
    Invece di andare avanti siete tornati indietro. Ed è solo colpa vostra.

    Oggi, dopo il disastro del governo Prodi, molti si rendono conto che la strategia di appiattimento totale sulla sinistra è stata un errore colossale. Molti hanno capito che per approvare leggi in vostro favore è necessario un largo consenso nel paese e in parlamento e che bisogna dialogare con tutti. Anche con chi non ci piace (da qui la sua lettera in cui lei cerca di fare proprio questo). Solo 2 anni fa in Italia uno veniva linciato se si azzardava a dire qualcosa del genere. Mi fa piacere, quindi, che oggi le cose siano cambiate.

    Spero di essere stato chiaro fin qui. Veniamo ora alla sua lettera:
    Cara signora, le sue intenzioni erano lodevoli e condivisibili ma la prima parte della sua lettera è, a mio avviso, un disastro.
    Nella prima parte della sua lettera lei ha provato a ‘vendere’ il pride ad Alemanno. Il problema è che lo ha fatto male. Lo ha fatto promettendogli che vedrà qualcosa che non è il GayPride. Gli ha detto in sostanza che i Trans saranno buoni (giusto qualche piuma qui e là ma senza esagerare. eh?) e che farete un GayPride ‘pulito’, senza ostentazione.

    Lei non si è limitata a criticare la stampa sensazionalista che vi caricatura. Lei ha interiorizzato nel suo discorso il paternalismo di Alemanno e cerca di ‘vendergli’ un prodotto che lui potrebbe comprare ma lo fa cambiando di prodotto.
    È come se gli avesse detto: Alemanno Venga! Vedrà che noi siamo normali! Siamo come lei! (…’ Troverà centinaia di migliaia di cittadini e cittadine romani, che sfilano con i vestiti di tutti giorni’). Venga Sindaco! Vedrà! Siamo Buoni! Non abbiamo nulla a che vedere con quella gente!….. quella gente essendo, ovviamente, gli eccessivi, le checche, le Drags che sono poi la parte più debole ed esposta del nostro ‘people’.

    Certamente non lei, cara signora, ma oggi molti Gay in Italia queste cose le pensano e dicono apertamente. Dicono sostanzialmente: Mogliamo le checche e proviamo a integrarci da soli!…. Ne ho sentito un’esercito (voi italiani vi spostate sempre in gruppo. 1 parla e 100 pappagalli decerebrati fanno eco) durante il mio recente viaggio da voi dire che ‘luxuria non ci rappresenta’; ‘ basta con gli eccessi’ etc…
    Oggi in italia sta diventando di moda essere Gay di destra e Conformista. Come se il problema fossero i Trans. Come se bastasse mettersi una giacca e cravatta o il vestito del proprio mestiere per essere accettati.

    L’ironia è che il GayPride di Roma non è la Folsom street fair (purtroppo). Non c’è nulla di eccessivo, da cui prendere le distanze, nel GayPride di Roma. Siete tutti dei bravi cattolici allevati da santa madre chiesa in fin dei conti o no?

    Traduzione (così forse mi capisce meglio): Lei ha fatto bene ad invitare Alemanno e a denunciare la omofoba e idiota stampa italiana. Il modo come lo ha fatto è per me inaccettabile. Io voglio il dialogo con Alemanno ma non questo tipo di dialogo.

    Guardi le cose sono semplici sa? In tutto il mondo i movimenti Gay sono al contempo duttili e inflessibili: Sono aperti, apolitici, dialogano con tutti ma sono anche dei movimenti che hanno dei valori in cui credono e delle idee per le quali si battono intransigentemente. Voi italiani oscillate da un’estremo all’altro e sostanzialmente fate solo cazzate.
    Voi italiani pensate male e agite peggio. Infatti voi non ottenete nulla. Gli altri sì.

    Mi sono spiegato?

    Probabilmente no.

    Sopravviveremo.

    questo dialogo finisce qui. Adesso addio.
    le auguro buona fortuna.

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  8. Volevo farti veramente i complimenti per quanto hai scritto nella lettera ad Alemanno. Sfogliando il sito di repubblica di stamattina ho avuto modo di imbattermi in una serie di notizie sconcertanti e mi ha davvero commosso realizzare, col tuo scritto, che c’è ancora chi ha voglia di combattere di resistere, c’è ancora chi crede in un cambiamento possibile… Le tue parole sono universali, valgono per la comunità gay, quanto per gli eterosessuali e sta in questo, secondo me, la forza delle tue parole. Ti auguro vivamente di riuscire a ottenere qualcosa e auguro a noi cittadini – di Roma ma non solo – che ci siano più uomini e donne che ricerchino questa forma di contatto diretto con le pubbliche amministrazioni.

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  9. …se penso al caso della vita…di quando in quella hall eri li’ col tuo maglione e i jeans a “far finta” di studiare CFD alle 9 di mattina…pensai questa è strana…e poi al resto, al “dormo ignudo” che ancora mi fa sorridere…a quei 6 mesi pazzi e poi a quel che è stato dopo…

    che bella e strana è a volte la vita a farti incontrare persone come te.

    un abbraccio

    PS: Nuvolari!!! ogni tanto pero’ vai piano, OK? Ma tanto non ti riesce…e mi garbi anche per questo…

    PPS: Ma quando è il gay pride quest’anno?

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  10. Lettera perfetta…corretta,determinata e seria.Brava.Finalmente non il solito ringhio di rancore .Cosi’ vorrei l’Italia:con piu’ persone come te.Con grande stima,davvero.Patrizia

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  11. Ciao, ho letto la tua lettera. Premetto che non sono omosessuale, però faccio parte di quella schiera di persone che vorrebbero un’Italia uguale per tutti, perchè tutti dobbiamo avere gli stessi diritti, come prevede la Costituzione.
    Per avere determinati diritti, però, non è necessario fare una sfilata/pagliacciata ma un corteo senza sfarzi e senza piume, questo perchè ridicolizzate la il vostro modo di essere, il quale poi porta a movimenti omofobici.
    Allemanno ha reagito cosi per il motivo appena detto, meno sfarzosità e più movimento di lotta vi porteranno alla vittoria.
    Pronto ad un dialogo aperto e costruttivo, ti porgo i miei più cordiali saluti.

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  12. Ultimamente ho abusato di una frase, presa dall’ultimo libro di Adriano Sofri (“Contro Giuliano”).
    Voglio per l’ennesima volta riproporla qui, a difesa (ma serve?) della “Rivoluzione Gentile” di Cristiana.
    Cristiana, che credo di conoscere abbastanza bene, le ha tentate tutte fino ad ora, per vedere legittimate le sue aspirazioni di gay in tema di diritti. Adesso ha deciso di provare con quest’altro metodo. Io sono d’accordo con lei: lo scontro a tutti i costi, la contrapposizione di “curve da stadio” riescono ad eccitare gli ultras delle curve, ma non sempre fanno fare gol alla nostra squadra.
    Per questo ripropongo la frase che
    Adriano Sofri rivolge a Ferrara, parlando dei suoi toni da scontro campale: “… tuttavia, anche se avessi ragione, hai torto. Perché hai eccitato e guadagnato applausi di una parte e rabbia di un’altra. Le parti sono rimaste quelle di prima: solo più distanti e più impazienti”.

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  13. Ciao,
    Ho letto la tua lettera su La Repubblica. Volevo farti i miei compliementi per lo stile e il piglio democratico e civile attraverso il quale hai espresso le tue opinioni. Io non ho le tue stesse opinioni riguardo l’ampio capitolo delle unioni civili, ma ho reagito d’istinto positivamente al tuo modo di riflettere e portare pubblicamente le tue argomentazioni.
    Un saluto.
    Fabrizio.

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  14. ci siamo accorti che il ministro delle pari opportunità sarà mara carfagna?bisognerà scrivere anche a leisia perchè avrà un incarico nazionale,sia perchè è stata molto meno cortese di Alemanno nei rapporti con la comunità

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  15. Gesù che retorica autoreferenziale.
    Sei insopportabile.
    Questa è l’Italia dei pirla altro che dei giusti.
    Continua così che perdiamo tutte le speranze che il personaggio che hai contribuito a far votare se ne torni a casa sua.

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  16. Ciao Cristiana, non mi sono per niente stupita nel vedere la tua lettera su repubblica, già quella che avevi scritto sulle tasse mi trovava perfettamente d’accordo, e questa ancora di più, e per rispondere a Serena, io sono completamente a favore delle adozioni per le coppie omosessuali, per me sono famiglie a pieno titolo (spero lo siano un giorno anche per lo stato), quindi con tutto il diritto di crescere dei figli.
    E grazie, servono persone in gamba che si danno da fare…

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  17. @mestessosenzaverggna, ho letto quanto da lei scritto e non so se lei leggerà la mia risposta ,visto che ha detto che il dialogo finisce qui.
    Volevo semplicemente dirle, che pur non condividendo personalmente dei 70.000 gay che secondo cristiana non sono andati a votare rutelli, on me la sento di sottoscrivere quanto da lei affermato circa questa forma di dialogo inagurata da cristiana , in forma epistolare, con alemanno.
    Lei affermerebbe che la lettera sembra quasi prostrarsi alla ricerca di una normalità di cui il gay pride non dev’essere lo specchio in cuoi potersi riflettere.
    a me è sembrato invece, e volevo dirglielo, che la richiesta di cristiana è quanto di più trasgressivo possa chiedere ed invocare al sindaco.
    Cristiana non sta invitando il sindaco a conoscere un mondo pronto a prostrarsi nell’ipocrisia della quotidianeità, poichè essa , vissuta alla luce dei diritti e del riconoscimento invocati, è il vero schiaffo che il mondo gbtl può dare e fare al mondo non cosiddetto”normale”, ma perbenista.
    La normalità è il poter scegliere cosa fare e come vivere senza doversi sentire fuori posto , sempre e ovunque, penso sia una condizione che si vive quando si sa di non rientrare nei codici comportamentali di massa, quando la legge dei numeri ti spinge verso l’angolo e sembrerebbe che tutto sia troppo complicato da sopportare se si rimane soli.
    Ma questo atteggiamento non è solo ascrivibile al mondo gbtl, ma alla differenza che esiste tra i diversi generi, etnie, ceti, religioni, ognuno diventa diverso se il gruppo maggiormente rappresentativo è coeso nell’escludere il diverso, la sindrome di calimero potremmo chiamarla ,o quella del brutto anatroccolo.
    Ecco quindi che la normalità diventa la vwera trasgressione, tu maggioranza mi escludi?
    e in nome di quale diritto civile pretendi di privarmi del mio essere normale, quando per normalità, s’intende poter scegliere dove, con chi e come vivere, condividendo lo stesso sistema giuridico e sociale che identifica un gruppo nella condivisione dei propri spazi, diritti e doveri.
    Alemanno come sindaco non può sottrarsi a questa civile richiesta , cristiana è cittadina italiana, residente nella città che alemanno ha chiesto , attraverso il voto popolare,di poter amministrare, se il gaypride è visto come un atto non adatto a essere vissuto , bisogna che lui lo spieghi a noi tutti, se l’unica giustificazione prodotta è l’esposizione di piume e lustrini, bhè si fa in fretta a dimostrare che qualsiasi trasmissione popolare a qualsiasi ora espone ben di pegggio, se invece le ragioni sono altre, bhè cristiana questa volta è riuscita , con la sua lettera , ad invertire il ruolo, nell’angolo questa volta ci è finito il 1° cittadino di Roma e non “calimero”.

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  18. Mi ha convinto l’emozione epidermica che trasmette la tua lettera.
    Da non confondere con facile sentimentalismo, beninteso.
    La politica spesso mette da parte questi aspetti ma non sono sicuro che sarà così stavolta; in ogni caso lo vedremo a breve.
    Hai dato un segnale a tuttedue gli schieramenti, semmai ce ne fosse ancora bisogno.
    Per inciso ieri ero a Roma e mi ha molto colpito Giorgia Meloni, arrivata al Quirinale a piedi per il giuramento, accompagnata da un gruppo di amici festanti e con le lacrime agli occhi, che si abbracciavano: non conosco la loro appartenenza politica anche se posso immaginarla, so che avevano gli occhi e l’espressione della felicità genuina che si leggeva in modo inequivocabile.
    E tanto mi basta per spiegare, ancora una volta, le ragioni delle sconfitte politiche del PD attuale, nella tua città e non solo.

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  19. Un altro “modo” è possibile.

    Complimenti non perchè porti avanti, come tanti, una causa sacrosanta ma perchè lo fai, come pochi, in un modo pacato e sereno ma allo stesso tempo determinato ed appassionato. Sono convinto da tempo che un altro mondo è possibile ma la tua lettere insegna che è possibile anche un altro “modo” per ottenerlo.

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  20. sono perfettamente d’accordo sul fatto che il matrimonio come diritto civile sia oggi negato in italia (ma anche nei paesi che riconoscono “solo” le unioni civili) ad una larga fetta di cittadini, e che questa negazione sia una discriminazione pura e semplice. tanto più che non esiste un divieto a che ciò avvenga, né nella costituzione, né nel codice civile. esiste solo una consuetudine che ammette al matrimonio solo coppie formate da due persone di sesso diverso. e d’accordo sul fatto che la richiesta è tutta qui, di non lasciarci da una parte, di non discriminarci ancora con un istituto matrimoniale a metà, che non osa pronunciare quella parola (matrimonio) che in questi casi è sentita come un insulto alla parte cattolica dei cittadini. mentre per i cattolici dovrebbe suonare già ostile il comune matrimonio civile già esistente. che cambia per loro se a sposarsi sono una coppia di persone dello stesso sesso?

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  21. Solo poche parole per puntualizzare: il matrimonio cattolico prevede inevitabilmete la generazione di figli (o il desiderio di provarci), il matrimonio civile prevede la generatività sociale. Non lo dico io, lo insegnano all’università cattolica del sacro cuore. se interessa, preparo i riferimenti bibliografici.
    La generatività sociale si può esprimere nella reciprocità (io mi occupo di te e tu di me) o nell’aprirsi alla comunità. Quel che si fa in camera da letto non c’entra.
    Un saluto affettuoso

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  22. Ascolta una cosa: se a Roma Alemanno venisse a stringermi la mano, io non lo farei, perché per me un fascista non può e non deve stare dalla mia stessa parte.

    Ne consegue che non condivido la tua lettera e spero che Alemanno non solo non venga, ma si mostri per quello che è: un fascista omofobico. Per far capire ancora una volta al centro-sinistra e a certe neo-clientele glbt che sbagliano ad aprire a destra.

    Per questo non sono un giusto?

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  23. Concordo con Cristiana. La colpa del fatto che le persone LGBT guardino a destra è nell’ignavia e nella viltà della sinistra.
    Da questo punto di vista, almeno il partito dell’Alicata è coerente: tiene la Binetti e abbandona i diritti. Invece il PRC voleva far coesistere capra e cavoli.
    Comunque, entrambe le posizioni sono perdenti e suicide, a sinistra. Però la classe dirigente non se ne rende conto: queste poche persone pensano di poter imporre la loro volontà ad una massa amorfa che ha solo il dovere di votarle. Ma sbagliano di grosso.

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  24. Condivido la tua linea,
    non capisco le critiche a te mosse;

    é vero che al momento nessun politico,
    rifondazione compresa,
    ha concretizzato le promesse di riforme vere di cambiamento per l’ottenimento di diritti giusti umanamente (il matrimonio, consente alle persone che si amano di poter automatizzare dei diritti, di assistenza, successione… di “consegna delle ceneri al partner”, se l’altro dovesse morire…ad esempio..).

    CI DEVE ESSERE UN MODO PER PORTARE AVANTI UNA RICHIESTA GIUSTA PER IL GENERE UMANO E SMASCHERARE L’IPOCRISIA DI DIRE ANCORA OGGI CHE PERSONE CHE SI AMANO PROFONDAMENTE NON COSTITUISCONO UNA FAMIGLIA,
    PUR AVENDO FATTO UNA PROMESSA DURATURA.

    CHI PUò GIUDICARE IL VALORE DELL’AMORE?

    ps: parlo di matrimonio, di promessa per la vita o di contratto tra due persone che vogliono solo tutelare i diritti inviolabili di una coppia.

    Posso condividere chi non appprova l’adozione,
    (io la appprovo naturalemente),
    perché è un discorso troppo complesso e nella societò italiana davvero difficile da comprendere, (bisoogna essere troppo intelligenti……… per capirla o troppo otttimisti forse).
    ma sul fatto del matrimonio non riesco davvero a capire il motivo profondo per cui “verrebbe minata la famiglia tradizionale”.

    a chi……..

    e VOGLIO SAPERLO DA CHI HA IL CORAGGIO DI ESPORSI,

    chiedo

    a CHI potrebbe far pensare che due donne che si sposano possano minare all’istituzione di un valore che condividono e parlo di matrimonio, promessa d’amore,
    contratto…

    la famiglia poi vorrei sapere…
    per chiunque,
    cosa voglia dire…

    la famiglia é……………………
    “un uomo una donna e un bambino?”

    boo. .???
    oggi………. nel 2000
    è solo questo?
    vorrei chiedere agli ipocriti cosa ne pensano.

    Grazie.
    Bianca

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  25. Comunque è inutile che ci giriamo intorno…
    per chi non arriva alla fine del mese con lo stipendio, “non je ne po’ fregà di meno dei diritti di chi è in minoranza (tutte le minoranze….!!!!)…

    …prima pensa e chi gli per/promette di portare la pagnotta a casa….!!!!

    Magari chissà… in un impeto stra-ottimista… 🙂 ci troveremmo tanti, ma tanti di più a combattere per i diritti di chi è in minoranza se in tanti avessero più la pancia piena e si sentissero più sicuri nelle loro case (per parafrasare due cavalli di battaglia di chi ha vinto le elezioni…)!!!

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  26. ciao cristiana,

    a proposito di matrimonio, ti segnalo questo articolo, assai “illuminante”.

    SACRA ROTA, NO ALIMENTI – SENTENZA DEL TRIBUNALE DI BARI: SE UN MATRIMONIO È
    STATO ANNULLATO DALTRIBUNALE ECCLESIASTICO, NON VALE PIÙ NEANCHE A LIVELLO
    CIVILE. QUINDI, NON SPETTANO GLI ALIMENTI.

    Papa Benedetto XVI
    © Foto La Presse
    Carlo Rimini per “La Stampa”

    Il tribunale di Bari ha negato a una signora – dopo nove anni di matrimonio,
    una figlia, una separazione giudiziale, una sentenza di divorzio – il
    diritto a ricevere l’assegno mensile dal marito perché il matrimonio non è
    mai esistito. I giudici hanno affermato che non va riconosciuto, dopo il
    divorzio, a una casalinga il diritto a mantenere il medesimo tenore di vita
    che aveva caratterizzato il matrimonio con un commercialista.

    LA VICENDA
    Il marito aveva dimostrato di aver contratto il matrimonio per le pressioni
    della donna incinta, che già aspettava la figlia. Non era convinto, al
    momento delle nozze, di assumere gli oneri e gli impegni che derivano dal
    matrimonio. L’uomo aveva ottenuto dalla Sacra Rota, proprio nei giorni in
    cui veniva pronunciato il divorzio, una sentenza di nullità delle nozze.
    Niente matrimonio, niente assegno per l’ex coniuge.

    Il risultato pare assurdo: dopo tanti anni di matrimonio, dopo i sacrifici
    fatti assieme, il marito dimostra che si è sposato per dovere e non per
    amore, e ottiene di non dover mantenere l’ex moglie. Sembra fin troppo
    facile. La sentenza barese fa riflettere perché nel codice civile la nullità
    del matrimonio può essere pronunciata solo in casi particolari. Certamente
    non è causa di nullità la poca convinzione di uno degli sposi o il fatto che
    egli si sia sentito costretto dalle circostanze.

    La gravidanza della moglie è considerata espressamente causa di annullamento
    del matrimonio (articolo 122 del codice civile) solo se è stata causata da
    persona diversa dal marito, che ha accettato di contrarre il matrimonio
    convinto di essere il padre: non era certo questo il caso affrontato dal
    tribunale di Bari. Ma anche se il risultato a cui sono giunti i giudici
    baresi è così lontano da ciò che prevede il codice civile, la sentenza non è
    frutto di un abbaglio: si regge su un ragionamento giuridico complesso ma
    solido.

    Click here to find out more!

    L’avvocato Cesare Rimini
    © Foto U.Pizzi
    Il matrimonio era infatti un matrimonio cattolico. Con il Concordato lo
    Stato italiano si è impegnato ad attribuire effetti civili al matrimonio
    cattolico, regolato da norme diverse da quelle del codice civile. Per la
    Chiesa il matrimonio è un sacramento e come tale è nullo se è celebrato
    senza convinzione, senza la volontà di tener fede all’impegno dichiarato.

    Lo Stato attribuisce efficacia non solo al matrimonio cattolico ma anche
    alle sentenze ecclesiastiche di nullità (salvi alcuni casi particolari). I
    giudici baresi hanno infatti preso atto dell’esistenza di una sentenza
    ecclesiastica. Anche se, secondo la legge civile, non c’erano i presupposti
    per una dichiarazione di nullità.

    REGOLE CONTRASTANTI
    La storia di Bari è triste ma ha una morale: il matrimonio religioso e
    quello civile hanno regole diverse. Non ci si deve sposare in Chiesa solo
    perché la cerimonia è più solenne o per far contenti i parenti. Se scelgono
    il matrimonio concordatario gli sposi devono credere nell’impegno che
    assumono secondo le regole del diritto canonico, differenti da quelle
    laiche. E anche dopo la cerimonia le nozze religiose sono rette da norme
    rigorose: non si deve mai dimenticarlo.

    Dagospia 12 Maggio 2008

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