Le cose che ho visto a Luglio.


Ho bloccato il tempo sotto un albero qualche giorno fa. 40 gradi all’ ombra e l’ombra era già occupata. Barba lunga fino dove si può, bianca, pelle ambrata. L’aria e i vestiti e il tubo di cotone spesso sulla testa, una roba da Bob Marley e il sangue dalla Tanzania. Lui prendeva il fresco, io mi pranzavo il pomeriggio con un gelato confezionato. A morsi e in fretta prima di risalire nella scatola di lamiera infuocata che ci avrebbe messo decine di minuti per accogliere l’effetto della A/C. La gente del quartiere passava e lo salutava. Passo anche io a salutarlo adesso. Se mangia qualcosa mi dice: “Vuoi?” e ha l’aria di sapere cosa voglio davvero perchè mi dice: io sono fermo qui e non mi manca niente. Sto proprio bene qui, sotto questo albero, la fontanella e 4 chiacchiere con chi passa. Sì, sorrido io. Certo. Io impazzirei dopo mezzo minuto a stare lì come stai tu. Ognuno è fatto a modo suo. Mi sei simpatico, ma, perdonami, non cado nel tranello dell’invidia perchè sei lì pacioso ed invece io sono un fascio di nervi lavorativo-politico-altro.

Ho visto sui marciapiedi di viale Marconi, davanti alla mia libreria preferita che era orfana della mia adorata libraia Sonia, le persone scappare via da un volantino del PD. Altre fermarsi. E incazzarsi. Ho visto i loro sogni nei loro passeggini, nei loro I-Pod, nei loro bronci, nei loro no, nei loro sorrisi gentili. Nelle macchie della pelle dei vecchi, nelle abbronzature da lampada delle donne in carne. Insomma. Ho visto un pezzo di Paese su un marciapiede di una periferia che ormai è centro. Ho visto come ti sorridono i vestiti di sinistra – camicie di lino e sandali di cuoio –  e come ti imbruttiscono i tatuaggi celtici e le loro Nike psichedeliche. Tranne poi rimischiare tutto che, dai, il vestito di sinistra non esiste. Un pò sì, ma non esageriamo.

Ho visto le centinaia di volontari della Festa Democratica farsi il mazzo per riempire il parco delle Terme di Caracalla, cuocere salsicce e friggere patatine e spelare peperoni e confondere i menù e dovere spiegare a tutti che qui, non vendiamo coca cola. Ho visto riunioni su sedie di plastica fino a notte fonda. Ho visto militanti incazzati e mostri sacri contestati. Ho cenato con Concita De Gregorio e ho assistito al suo essere madre e donna e direttrice che me ne sono innamorata. Ho sentito applausi e udito fischi. Ho visto i sogni della nostra gente. I miei, cuocere insieme alle salsicce mischiati al fumo, spillati via da litri di birra gelida.

Ho visto qualcuno mettere un cartello. Fuori dalla porta. Che non si è accorto di non essere dentro. Ma fuori anche lui.

Ho visto piangere di rabbia una persona sulla sedia a rotelle e ho smontato il mondo per farla sorridere (ho mezzo fegato di meno ma ne è valsa la pena).

Ho visto una Roma regalare il cielo più bello del mondo a questo mese di luglio.

Ho visto una speranza nascere intorno ad un chirurgo che si candida a fare il segretario di un partito.

Ho visto crescere l’erba fin dove non era arrivata mai. La frutta cadere e marcire e rilasciare un’odore nauseabondo. Ho visto le cose rompersi e scomporsi e nessuno fare nulla. Le mie mani per esempio.

Ho visto aprirsi le strade e suonare le sirene e no, grazie, ho già dato e nel tritacarne siamo già in sette/otto (così ad occhio) e per voi, per lei, signora mia, non c’è più spazio adesso, guardate. Via, aria, sciò. No. Non c’ho scritto in faccia nulla e non mi serve nulla.

Ho visto qualcuno voltare le spalle ad una montagna masticando una caramella rosa, con in mano una gomma da cancellare provando a vedere se era solo un disegno, un ologramma rimovibile. L’ho visto portare via la terra da sotto senza che la montagna si muovesse. L’ho visto scalpellare la pietra senza lasciare segno. L’ho visto raccogliere i cocci e fuggire via, ma con la testa girata e prima o poi ti inciampi, ma ti auguro di cadere sul morbido.

Ho visto qualcuno salutare la stessa montagna con sollievo e ancora un pò di dolore e tanto rimpianto, ma lasciandoci il sacco. Lo terrò qui. Sempre.

Ho visto qualcuno all’orizzonte fare un mezzo sorriso. Erano almeno in due quel qualcuno. Buona Fortuna.

Ho visto questo mese di Luglio.

E non vedo l’ora che sia dicembre per vedere come finisce tutto.

Chi vince il congresso.

E se qualcuno oserà scalare la montagna.

7 pensieri riguardo “Le cose che ho visto a Luglio.

  1. Sì, agostino ti ha dato la risposta che sappiamo tutti: Bersani vince, Franceschini secondo e il nostro Marino terzo. Ma l’importante sarà la percentuale dei voti presi. Perché quando ci si mette in testa di scalare montagne, non è che uno parte dal K2: parte da Monte Mario 🙂

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